di Iannozzi Giuseppe
E c’è chi fa la vittima seppur senza un’anima un po’ buona
da barattare sottoprezzo al mercato delle pulci
C’è sempre chi in silenzio con la faccia uguale al culo
giustifica un nessuno chiunque e sette anni di disgrazie,
oggi garante di brigatisti prostituiti alla macchia, domani
di zoccole col passepartout per ogni camera a pagamento,
e però senza una cazzo di identità sul passaporto
C’è chi coccole getta avanti come riso e colombe in libertà
e ogni porcata la giustifica, e ogni porcata la magnifica
Ma non vale il lamento di chi batte il ferro caldo
con la sola spinta del martello quando manca il cervello
Eppure ne ho visti tanti, comunisti e capitalisti
riuniti sotto lo stesso tetto a lavarsi le mani di sangue
sotto l’acqua corrente invocando il buon dio,
pagando il prete a loro accanto con due macabri capponi
Predoni tra carcasse e blatte millantano cultura,
rubano ai morti per dare a sé come negri Dumas,
barattano poi il rubato al mercato delle pulci,
al mercato delle pulci per sentirsi grandi immortali
Neoepici, falsi omerici, gente distratta, a Babilonia
con mazzi di carte segnate per partite fumose a tarda notte
tra ciabattini e mignotte intorno allo stesso tavolo;
e tu ti lamenti tenendo però il piede in due staffe
convinto d’avercela la ragione, più checca offesa
che altro, pronto a cavalcare quelli cui oggi gli dai contro
se ti venisse la promessa che domani pure tu nel mucchio
Maldestro e disperato, legato a un niente di perle ai porci,
con la lingua a battere là dove il dente duole non vai lontano,
solo dove ti porta il culo, solo dove ti porta isterico il culo
C’è sempre chi fa la vittima seppur senza un’anima
da vendere sul ciglio della strada al primo cliente
E ogni porcata la giustifica, e ogni porcata la magnifica
C’è sempre chi ha un cristo un diavolo e una madonna
da scialacquare in lacrime sui tombini al primo pezzente
E ogni porcata la giustifica, e ogni porcata la magnifica
C’è sempre una testa sballata di crack di fumo di vecchiaia
che invano tenta di dar via il culo al primo passante
E ogni porcata la giustifica, e ogni porcata la magnifica