Oggi è il giorno della presentazione di Leonardo, avete visto, letto o ascoltato l’intervista del brasiliano? Bene, non me ne frega nulla perché non è di questo che volevo parlarvi.
Volevo portare alla vostra attenzione una cosa molto semplice. Al Milan non c’è spazio per nessun ex giocatore nelle alte sfere dirigenziali. E capirai che novità vi verebbe da dire, si certo la cosa è tanto ovvia e sotto gli occhi di tutti. Ma è la principale causa di ogni addio “di lusso”.
Pensiamo al capitano dei capitani, la bandiera per eccellenza, Franco Baresi. Una volta appese le scarpe al chiodo, è sempre stato nell’ambiente rossonero, ma comunque in ruoli di poca importanza o con poco potere decisionale, sin da subito, è stato spinto sempre più giù dalla piramide. Lontano dai faraoni Berlusconi, Galliani e Braida. Dove dei tre solo Ariedone è un ex calciatore, per giunta neanche del Milan.
Tra altri ex famosi che hanno orbitato o girano ancora attorno a Milanello, possiamo pensare a Marcel Desailly che da noi ha fatto al massimo l’osservatore per Francia e Africa, a proposito, è sparito dalla circolazione senza che nessuno se ne accorgesse. Pensiamo a Cafu e Serginho, osservatori anche loro si dice, ma di concreto non c’è nulla. Pensiamo al grande Angelone Colombo, finito a fare l’allenatore delle giovanili e poi scappato altrove. Come Alberigo Evani e Filippo Galli, e lo stesso Kaiser Franz.
Pensando ad altri colossi, vengono in mente Gullit e Van Basten. Il primo praticamente non si è più visto ne sentito da queste parti se non per partecipare a qualche gara di beneficenza, il secondo un discreto allenatore, più volte accostato a voci di clamorosi rientri, ma mai arrivato. Almeno fino ad ora. In ogni caso si tratta di due olandesi, due stranieri, quindi è più plausibile che scelgano di intraprendere una carriera lontano dall’Italia.
Degli ex calciatori più recenti, gli unici che hanno davvero lasciato il segno al Milan anche dopo, sono stati Leonardo, Ancelotti e Tassotti, ma mentre gli ultimi due non si sono mai spinti al di sopra della panchina (anche per loro scelta sia chiaro), il brasiliano ha fatto l’unico percorso mai riuscito a nessuno degli ex prima di lui. E’ finito direttamente alla scrivania.
Anche lui in un primo momento relegato in ruoli marginali, giusto per dargli qualcosa da fare, come a dire: “ti abbiamo anche dato un lavoro, cosa rompi le balle?” ma questo qui, non era mica un ex qualsiasi, questo qui era colto. Era intelligente, è intelligente. E dai e dai, la sua scrivania che all’inizio stava in corridoio accanto alla macchinetta delle merendine, piano piano, si è spostata sempre più dentro la zona calda. Leonardo praticamente ha fatto quello che molti nell’ambiete chiamano la “scalata” al potere. Cioè si è guadagnato con l’impegno e la testa, un posto sempre più importante con delle mansioni serie.
E qui casca l’asino! Che succede a questo punto? Che Galliani ha la brillante idea di sostituire l’esonerato Ancelotti, proprio con Leonardo! Nonostante la contrarietà di Berlusconi esternata in più frangenti, Adriano Galliani riuscì nel suo intento, smantellò la scrivania di Leonardo e ne fece legna per il camino, degradando a tutti gli effetti il brasiliano ed esponendolo al “presidentesco ludibrio”. Chi sente puzza di “elimanzione di concorrenti scomodi” alzi la mano.
E torniamo ad oggi cari amici miei. Oggi Leonardo è seduto sulla panchina dell’Inter. Spazzate via un attimo la rabbia dalla testa, ripulite il sangue dall’acido dell’odio, e pensateci un attimo. Pensate a mente libera. Ma secondo voi, Leonardo sarà l’allenatore dell’Inter per sempre? Ma secondo voi, se l’Inter a fine anno dovesse fallire miseramente tutto, Leonardo verrà davvero esonerato e lasciato in mezzo alla strada?
Non sperateci troppo, e toglietevi subito quel sorrisino dalla faccia. Lo so che già godete perché Leonardo come allenatore non è certo Mourinho o Ferguson, lo so che è anni luce lontano da Sacchi, ma di fatti Moratti mica l’ha preso per quello. Mica è stato mesi interi a supplicarlo di venire all’Inter per fare l’allenatore, quello sarà il ruolo di un altro. Quelle saranno le mansioni che svolgerà il prossimo che verrà.
Leonardo è stato preso dall’Inter per fare l’unica cosa che sa fare bene da quando ha smesso di giocare. Il dirigente. Occupazione che al Milan resta vietata a chiunque. A chiunque.
E pensiamo per esempio ad un altro “chiunque”, un certo Paolo Maldini. Lo conoscete? E’ quello che ha portato con orgoglio questa maglia per più di vent’anni. E’ quello che ha polverizzato record con questi colori. Si quello li, quello che all’ultima partita della sua scintillante carriera, è stato dileggiato da una frangia del pubblico e che rispose “a tono”.
Paolo Maldini è un altro nome da aggiungere alla sfilza di ex giocatori rossoneri, e in questo caso CHE GIOCATORE, ai quali non è stato mai proposto di “sedersi alla destra del padre”. Lui non l’ha mai chiesto, loro non l’hanno mai proposto, sta di fatto che è da un bel po’ che è a piedi. In attesa di trovare qualcosa da fare.
All’Inter di posto ce n’è per tutti, al Milan per nessuno. Hai visto mai che Leonardo invece che cercare di portare all’Inter Kakà, cercherà di chiamare l’amico Paolo? E Maldini come risponderà ad un eventuale chiamata? Dirà “piuttosto che all’Inter, rimango disoccupato.” o dirà “piuttosto che disoccupato, vado a lavorare all’Inter.” Lo scopriremo solo vivendo.
Certo è che sembra proprio che al Milan preferiscono che gli ex giocatori si trascinino per il campo il più a lungo possibile, e che una volta via, facciano altro ma non di certo i dirigenti. I prossimi saranno Ambrosini, Gattuso e Inzaghi? E Seedorf che farà? E Pirlo?