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Al-qaida apre il fronte libanese?

Creato il 25 giugno 2013 da Eurasia @eurasiarivista
Siria :::: Mahdi Darius Nazemroaya :::: 25 giugno, 2013 :::: Email This Post   Print This Post AL-QAIDA APRE IL FRONTE LIBANESE?

Gli Stati Uniti e i loro alleati lavorano per aprire un nuovo fronte del conflitto siriano in Libano. Il Libano si trova nel limbo per l’assenza di un governo e il rinvio delle elezioni parlamentari. A complicare le cose, molte figure istituzionali e comandanti militari sono andati in pensione e il governo provvisorio non è in grado di sostituirli. L’intervento di Hezbollah nel conflitto siriano ha dato una spinta al governo siriano contro le forze antigovernative che tentano di invadere la Siria. Ciò ha portato l’attenzione degli Stati Uniti e dei loro alleati sul Libano come nuovo campo di battaglia. Razzi vengono lanciati dalle forze antigovernative dalla Siria, e persino dal Libano, contro le roccaforti politiche di Hezbollah e contro i villaggi sciiti. L’obiettivo è accendere le fiamme della sedizione tra sciiti e sunniti in Libano.

 
Al-Qaida in Libano

La bandiera di al-Qaida ha sventolato in Libano per anni. Recandosi all’aeroporto di Beirut o viaggiando sulla strada per Sidone (Saida) è possibile vedere le bandiere nere di al-Qaida sventolare. Lo stesso vale per Tripoli (Trablos) e alcune aree di Beirut. Dal conflitto siriano è possibile vederle accanto alla bandierina dei ribelli siriani. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno effettivamente chiuso un occhio sul supporto che il partito Futuro di Saad Hariri fornisce ad al-Qaida. Vale la pena notare che l’attuale capo del Dipartimento affari politici del segretario di Stato USA, Jeffrey Feltman, ex ambasciatore USA in Libano prima di essere promosso al dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha chiuso un occhio sul supporto ad al-Qaida del partito Futuro della famiglia Hariri e della sua Alleanza del 14 Marzo. La famiglia Hariri ha una lunga alleanza con i takfiristi e i sostenitori di al-Qaida. In Libano sono alleati politicamente con i gruppi che apertamente venerano Usama bin Ladin. Furono la famiglia Hariri e i membri del loro partito Futuro che fecero anche entrare i combattenti che avrebbero formato Fatah al-Islam in Libano. Tale uso delle milizie takfiriste in Libano da parte della famiglia Hariri era volto ad attaccare Hezbollah. Sul piano regionale, la stessa strategia coinvolge i sovvenzionatori sauditi della famiglia Hariri e l’amministrazione di George W. Bush, che addestravano e armavano queste milizie nella lotta contro la Siria e l’Iran. Gli Hariri s’infuriarono quando Seymour Hersh li smascherò, rimproverandolo pubblicamente. Mesi dopo Fatah al-Islam sarebbe andato fuori controllo. L’Alleanza del 14 Marzo di Hariri in modo disonesto cercò d’incolpare la Siria e i palestinesi del sostegno e della creazione del gruppo. Seymour Hersh si sarebbe vendicato. I combattimenti in Libano tra i militari libanesi e Fatah al-Islam prefigurava gli eserciti che si ammassavano per il cambiamento di regime in Libia e Siria.

 

Tripoli e Sidone come estensioni del conflitto siriano

La seconda città del Libano, Tripoli, ha visto intensi combattimenti tra la comunità alawita libanese, rappresentata dal Partito Democratico arabo, e gli alleati takfiristi della famiglia Hariri. Gli alleati di Hariri a Tripoli sono aperti sostenitori di al-Qaida e delle forze antigovernative in Siria, hanno contrabbandato armi attraverso il confine libanese-siriano e inviato un gran numero di combattenti in Siria per rovesciare il governo di Damasco. Il partito Futuro venne anche coinvolto nel coordinamento di tutto ciò. La terza città più grande del Libano, Sidone, è stata anche teatro di scontri e tensioni tra Ahmed al-Assir, alleato di Hariri, e sostenitori e alleati di Hezbollah. Gli uomini di al-Assir hanno anche tentato di uccidere uno principali religiosi musulmani sunniti di Sidone, perché ha sempre detto che v’è il tentativo d’innescare un conflitto tra sciiti e sunniti in Libano e nella regione. Un contingente di militari libanesi ha dovuto mantenere la pace in città. Gli uomini di al-Assir hanno attaccato e ucciso membri delle forze armate libanesi senza nessun motivo apparente, il 23 giugno 2013. Questo ha acceso la battaglia a Sidone. Lo spesso fumo della città poteva essere visto da lontano. E’ stato riportato che membri delle forze antigovernative provenienti dalla Siria vi si erano uniti. L’esercito libanese ha schierato armi pesanti per combattere il gruppo di al-Assir.

 
L’obiettivo è costringere Hezbollah a ritirarsi dalla Siria colpendo il Libano

Lo Stato libanese è ora preso di mira. Vi è un crescente numero di attentati contro l’esercito libanese dal confine siriano, da quando Hezbollah è intervenuto in Siria. Vi erano già attacchi al Libano prima ancora che Hezbollah intervenisse nel conflitto siriano, ma erano per lo più destinati a provocare Hezbollah. Chi aggredisce lo Stato libanese, approfitta dell’assenza del governo e dell’assenza di leader in diverse istituzioni nazionali, per creare il caos in Libano. Vi sono attacchi contro villaggi sciiti e sunniti nella valle della Beqaa e violenze sono iniziate. E’ chiaro che l’obiettivo è far scontrare sciiti e sunniti. Questo è il motivo per cui Hezbollah ha chiesto agli sciiti della Beqaa di mantenere la calma. Proteste sono scoppiate in Libano. Le violenze di Sidone sono parte di una strategia. L’attacco non provocato di al-Assir contro l’esercito libanese è destinato a far aumentare la pressione sullo Stato libanese e ad esacerbare le tensioni tra sciiti e sunniti. Hezbollah si rifiuta di farsi coinvolgere in una battaglia confessionale in Libano. Mentre il movimento Amal, partito politico sciita alleato di Hezbollah, ha mobilitato le sue milizie e ha iniziato a presidiare le strade del sud e dell’est di Sidone, Hezbollah mantiene la calma. I media di Amal hanno riferito ampiamente degli eventi, anche in modo settario, ma i media di Hezbollah hanno dichiarato calma e ne hanno parlato poco.
Il Libano è al centro del mirino, allo scopo di costringere Hezbollah a ritirarsi dalla Siria, ripiegando all’interno. Essenzialmente, ora è il secondo fronte nel conflitto siriano. Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita hanno probabilmente chiesto alla famiglia Hariri di chiedere ai loro clienti affiliati ad al-Qaida di avviare le violenze in Libano e approfittare della debolezza dello Stato libanese.

 
* Mahdi Darius Nazemroaya è sociologo e ricercatore associato del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione (CRG). Attualmente riferisce dal Libano. Era a Sidone durante gli scontri e il dispiegamento delle forze armate libanesi.

 
Traduzione di Alessandro Lattanzio

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Tagged as: Al Qaeda, Assad, cina, Francia, NATO, Russia, Siria, Terrorismo islamico, Turchia, UE, usa

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