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Ai laghi di Fusine c'è ancora posto, parcheggiamo velocemente, appena in tempo, poi un orda multicolore e multipensieri invade la piana e i posti macchina diventano una lunga fila su ambi i lati della strada, da un lago all'altro .
Decidiamo di salire al rifugio Zacchi per la pista forestale, decisamente più comoda e più panoramica del sentiero diretto. Oggi non abbiamo voglia di fare fatica, quindi poco dislivello e rilassante passeggiata nel bosco, sotto le montagne belle che contornano i laghi di Fusine. Giornata splendida con cielo azzurro e tiepido sole. Le ciaspe resteranno docilmente appese allo zaino tutto il tempo senza protestare.
Non siamo molto abituati a muoverci su facili sentieri troppo affollati, ma lasciandoci affascinare dalla bellezza del luogo cerchiamo di non farci troppo caso e saliamo tranquilli, dedicando le nostre attenzioni e i nostri interessi ai paesaggi e ai contorni delle cime.
Capita spesso che, durante il nostro girovagare su per i monti, passino ore e a volte giornate intere senza incontrare nessuno, cosa impensabile ai laghi di Fusine, al rifugio Zacchi. Dopo due fine settimana di maltempo e vista la facilità del percorso e la bellezza indiscussa del posto, uno dei più affascinanti della nostra regione, sembra che tutti si siano concentrati qui.
Insomma non è il nostro andare ma una volta tanto male non fa. Un compromesso abbastanza accettabile quando non si ha troppa voglia di faticare e di alzarsi presto.Come tutti miriamo al rifugio. Un primo tratto immersi nel bosco di Fusine vestito d'inverno, che magicamente si trasforma a secondo delle stagioni, poi salendo le viste spaziano ad ammirare il massiccio del Mangart, le Ponze, la Vuenza.
Le abbondanti recenti nevicate rendono tutto molto affascinante e magico, ma il percorso è tutto sommato abbastanza breve e in poco tempo siamo al rifugio.
C'è da dire che Rosa Puntel e il suo staff si danno molto da fare per tenere aperta la struttura tutto l'anno e a giudicare dai tanti escursionisti presenti evidentemente la gente apprezza molto. Portiamo i nostri saluti poi, dopo una buona birra e una fetta di dolce decidiamo di scendere, un pochino spaesati ma tutto sommato non male.
Inevitabilmente distratti dai fantastici profili delle montagne che custodiscono questo scrigno prezioso
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