Il rilancio del Nord passa dal 18 Marzo e dalla genialità di menti creative. Il Sud è cialtrone e dormiente, il Nord è sveglio e ricco.
E si inventa i centri commerciali anche per il cibo consumato, e questa volta in chiave trendy con tipicherie locali; la ricetta vincente viene servita su una console appoggiata a pali di legno tarlato dal mollusco di Venezia, di rara bruttezza, accompagnata da stuzzicherie, multisensorialità, un panino “tutto mio ” e dulcis in fundo la sorpresa di un tavolo di 48.000 anni della Nuova Zelanda che fa tanto social.
Tra sconcezze lessicali e caos leggo terrorizzata dell’Italia da bere, che questa volta è diventata da mangiare e ripropone un modello, una via, un legame a doppia mandata. Deve essere un buon progetto se continuano a costruirne in ogni dove; una volta importata, la globalizzazione si esporta rielaborata e corretta su design made in Italy, tra giochi di parole e nasi arricciati per vezzo.
E dietro c’è stampa sbiadita, consumatori eventuali, velocità di consumo, distrazione e casualità calcolata. La mozzarella e il pane diventano protagonisti a loro insaputa di una scena attrezzata per perpetrare falsità concettuali e di pensiero, o forse profonde verità. Le briciole rimaste dopo la grande abbuffata, che per effetto deformante diventano mostruosità culturali. Una ossessiva rivisitazione del cibo alla Woody Allen.
E dunque vada per la proposta di modifica dell’articolo 1 della Costituzione. Oscar lo vuole riformulare basandolo sulla bellezza, lo dice e lo espone in un cartellone mediatico. Ci avevo pensato anch’io, ma con percorsi mentali differenti.
Un punto centrato.