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Trama: ingannato dal vile Jafar, il giovane ladruncolo Aladdin si introduce nella Caverna delle Meraviglie e recupera una lampada dalla quale esce fuori un genio in grado di esaudire tre desideri…
Potrei cominciare la recensione dicendo "Feeeeenomenali poteri cosmiciiiii..... inunminuscolospaziovitale!", continuare con "Scusa, orango! Aquì, içi, vien'accà!" e andare avanti così per ore, citando ogni battuta, cantando ogni canzone e mimando ogni scena di questo incredibile capolavoro Disney, un retaggio che mi porto dietro dall'età di 11 anni e che mi ha consentito di godermi Aladdin anche in giapponese, con il Genio che chiama Aladdin "Aru" invece di "Al". Potrei, ma non lo farò, altrimenti mi dareste della Señora Psicopatica, quindi meglio calmarsi e cercare di sviscerare il mio amore per Aladdin in modo perlomeno comprensibile. Sono molti i motivi che mi portano ad adorare questo lungometraggio, ma alla fine gratta gratta tutto si riduce a tre personaggi e all'incredibile equilibrio tra musica e testi che rende la colonna sonora di Aladdin una delle più belle mai realizzate per un cartone Disney. Pezzacci come Un amico come me, Principe Alì, Le notti d'Oriente e Il mondo è mio sono l'armonioso cuore di Aladdin, commuovono, incantano e strappano grassissime risate alternativamente, accompagnando una vicenda dalla quale sono assolutamente inscindibili e rendendola ancora più bella di quanto avrebbe potuto essere.
Quanto ai personaggi, qui parliamo di puro genio. Anzi, DEL Genio, ovviamente. Che sia doppiato da Robin Williams o dall'esilarante Gigi Proietti, il gigante blu è il vero protagonista del film e ruba la scena al giovane "Tom Cruise" che da il titolo alla pellicola praticamente ad ogni sua apparizione. Chi non vorrebbe "un amico come lui", al di là dei tre desideri? Genio è saggio, divertente, carismatico, fa delle imitazioni da paura e ha delle trovate incredibili a prescindere dai suoi poteri, diventa il confidente e la figura paterna di Aladdin aiutandolo a tirare fuori il Diamante che risplende in lui in barba alle sue umili origini. Dall'altra parte della barricata ci sono poi due dei villain migliori mai creati per un film Disney, l'orrido Jafar e la sua degna, infida e pennuta spalla Iago. Se il Genio è azzurro e solare come l'abito della virtuosa Jasmine i due malvagi sono invece rossi come il fuoco e la dannazione e si compensano perfettamente l'un l'altro: tanto Jafar è di poche parole e insinuante, tanto Iago è logorroico e testa calda, così che i duetti tra questi personaggi sono un compendio di esilarante e terribile malvagità. Ovviamente il mio amore va soprattutto al pappagallo Iago, impagabile quando interpreta la parte del "bravo" animaletto mangiacracker o quando si profonde in servilissimi salamelecchi nei confronti del suo padrone, eclissandone l'indubbio carisma in più di un'occasione.
Rimaniamo sempre nell'ambito della caratterizzazione dei personaggi e diamo una svolta più maliziosa alla recensione di un film per bambini. Vanno bene i buoni sentimenti e il messaggio positivo ma la Disney con Aladdin spalancava le porte alla modernità proseguendo un processo di emancipazione già iniziato ai tempi de La bella e la bestia con l'intelligente Belle. La principessa di turno, Jasmine, è sì intelligente e indipendente ma è anche ben consapevole del suo essere una sensualissima odalisca in grado di far fare agli uomini praticamente tutto quel che vuole. La signorina mostra parecchia pelle, il bacio che si scambiano lei e Aladdin dopo il viaggio sul tappeto volante non è proprio casto e puro come vorrebbe la tradizione e vogliamo parlare dello sguardo lubrico che le rivolge Jafar poco prima del finale? Certo, niente a che vedere coi turbamenti sessual-religiosi che coglieranno Frollo davanti ad Esmeralda ne Il gobbo di Notre Dame ma abbastanza da farci rimanere schifati da una scena in particolare, come accade ai poveri Iago e Abu! E anche l'umorismo di Genio è parecchio adulto e precorre i tempi, come se ci trovassimo davanti all'antesignano dei cartoni animati di oggi, improntati alla satira, alla parodia e a un umorismo difficilmente comprensibile per i poveri pargoli che, spesso, diventano delle scuse per consentire ai genitori di andare al cinema e uscire più contenti e divertiti dei bambini stessi. E' anche per questo che Aladdin è un capolavoro, per come riesce ad accontentare grandi e piccini, confermandosi un prodotto godibilissimo per tutte le generazioni. Se non lo avete mai guardato, recuperatelo e non ve ne pentirete!!
Dei registi Ron Clements e John Musker ho già parlato qui, mentre Robin Williams, mitica voce del Genio e del mercante a inizio film, lo trovate qua.
Per la voce del Genio erano stati presi in considerazione anche John Candy, Steve Martin, Eddie Murphy e John Goodman. Alla fine l’ha spuntata Robin Williams, ma l’attore non è stato trattato granché bene dalla Disney. Il grandissimo ha infatti accettato di doppiare Genio dietro un compenso corrispondente al minimo sindacale, a patto però che la sua voce non venisse utilizzata per il merchandising e che le immagini del personaggio su poster, trailer etc. non occupassero più del 25% di spazio. Alla Disney se ne sono fregati e l’attore ha giustamente deciso di dissociarsi dalla pellicola, tanto che nel seguito Il ritorno di Jafar è stato Dan Castellaneta (storica voce di Homer Simpson) a doppiare il personaggio; solo quando i vertici Disney sono cambiati Williams è tornato ad essere il Genio per il terzo sequel straight-to-video, Aladdin e il re dei ladri, mentre in Italia tutti e tre i film, per quanto i seguiti siano a dir poco scadenti, vantano lo splendido doppiaggio di Gigi Proietti. Niente di fatto, invece, sia per Joe Pesci e Danny De Vito (presi in considerazione per il pappagallo Jago) che per Patrick Stewart che, in quanto impegnato sul set della serie Star Trek: The Next Generation, ha dovuto rinunciare al ruolo di Jafar. Per quanto riguarda la versione DVD sappiate che chi, come me, era abituato a sentire i versi “E ti trovi in galera anche senza un perché, che barbarie!, ma è la mia tribù!!” ascoltando Le notti d’Oriente, adesso troverà un più politically correct “C’è un deserto immenso, un calore intenso, non è facile ma io ci vivo laggiù”, modificato anche nella versione americana ovviamente. Sorvoliamo inoltre sul fatto che la splendida Il mondo è mio sia stata rifatta indegnamente dal mefitico duo Tatangelo/D’Alessio, perché per fortuna esistono le VHS incontaminate o in alternativa il tasto fast forward. Vi consiglierei anche di evitare i due già citati seguiti Il ritorno di Jafar e Aladdin e il re dei ladri, veicoli per la diffusione della serie televisiva Aladdin, durata tre stagioni e andata in onda in Italia sulla Rai. Buttatevi piuttosto su La bella e la bestia, La sirenetta, Le follie dell’imperatore ed Hercules. ENJOY!!
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