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Alan Bradley – La serie di Flavia de Luce

Creato il 27 giugno 2014 da Povna @povna

Estate per la ‘povna significa letture pacate, qualche volta anche un po’ sceme, alcune serie e impegnative e tanto poliziesco. Quest’anno non farà eccezione, si suppone, e lei si sta attrezzando. Le intenzioni prevedono cose per la scuola futura, come sempre, qualche piccola possibile scoperta, un paio almeno di romanzoni lunghi ottocenteschi e la lunga lista del mistero.
Proprio per questo, tornata al venerdì del libro, finalmente, decide di parlare di una serie di romanzi assai graziosa, che a lei sono piaciuti molto. Sono quelli del canadese Alan Bradley, ambientati nell’Inghilterra anni ’50, protagonista, una ragazzina con un gran talento per i misteri e per la chimica: la nobile (decaduta) Flavia de Luce.
La serie finora pubblicata in italiano comprende cinque titoli: due pubblicati da Mondadori (Flavia De Luce e il delitto nel campo dei cetrioli e La morte non è cosa per ragazzine) e tre per la Memoria di Sellerio (Aringhe rosse senza mostarda, Il Natale di Flavia de Luce, A spasso tra le tombe), di cui l’ultimo recentissimo, uscito il 19 giugno. Sono polizieschi adatti a chi ama il British humour come qualcosa che si venera pur se non ci si è nati dentro (come è il caso dell’autore, peraltro), e a chi si fa un pregio di ben conoscere Dame Agatha. I romanzi infatti sono costruiti in un consapevole double coding, capace di soddisfare lettori nuovi e vecchi. Chi non è abituato alla tradizione, si gode il giallo per quel che è, con la protagonista; per tutti gli altri c’è il piacere in più di scoprire riferimenti in contro-trama (evidenti, ad A Pocket Full of Rye e The Mirror Cracked, rispettivamente nel primo della serie e nel quarto, per esempio). La questione della passione chimica (inusuale in una ragazzina tanto piccola) fa il verso al detective scientifico di impostazione Sherlock Holmes, ovviamente; mentre la magione avita dei de Luce, in decadenza, costituisce una bella parodia dei misteri tradizionali in salsa gotica (e qui giova ricordare che Alan Bradley viene dal nuovo continente, e dunque il suo atteggiamento verso l’amata Albione ricorda quello motteggiato da Oscar Wilde nel Fantasma di Canterville, quando parla di Virginia e della sua famiglia americana).
Ci sono tanti elementi, dunque, per passare ore piacevoli, a vari livelli. La ‘povna ne ha fatto la prova questo inverno, quando proprio Il campo di cetrioli è stato protagonista di una delle indicazioni di lettura mensile delle Giovani Marmotte. E deve dire che l’elemento di avventura e formazione, legato alla protagonista giovane, si è amalgamato bene agli altri tratti più esplicitamente polizieschi, per comprendere il giallo tradizionale.
Resta da confessare che A spasso tra le tombe, ultimo uscito, ancora non l’ha letto. Lo voleva prendere a Mondello, tra i souvenirs del matrimonio dell’anno, ma poi ha optato per tutt’altro, più introvabile e particolare. Ciò nonostante, visto il successo, per lei, dei primi quattro, si sente di consigliare pure questo. Perché tutto sommato, se di gialli, in commercio, se ne trovano fin troppi, poterne leggere qualcuno che sia insieme arguto, leggero, e intelligente, è francamente merce rara.


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