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Alba Parietti e il Quit Facebook Day

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

A fine 2009 Facebook ha modificato le impostazioni sulla privacy rendendo i profili accessibili a tutti gli utenti, salvo esplicita indicazione in senso contrario da parte dell’utente.
Il mese scorso i profili, da accessibili a tutti gli utenti Facebook, sono diventati accessibili all’intero Web, compiendo quello che secondo il fondatore Mark Zuckberg era un importante passo verso un “Web predefinito in modo sociale”.

Ora questa mossa geniale potrebbe fare marcia indietro in seguito alla pressioni ricevute da associazioni di utenti, a critiche del Senato americano e dell’Unione Europea.

Intanto le proteste della Rete sono culminate nell’organizzazione del “Quit Facebook Day” per il prossimo 31 maggio, giorno in cui gli utenti insoddisfatti mostreranno il loro disappunto cancellando il proprio profilo.

Tra i ferventi sostenitori nostrani di questa iniziativa possiamo annoverare Alba Parietti, che da quanto mi ricordo ha sempre difeso e lottato per la propria privacy, salvo poi presentarsi a San Remo senza mutande, perché si sa, la privacy è una questione soggettiva, che va tutelata tra un accavallamento di gambe strategico e un capezzolo che spunta “involontariamente”.

Così la nostra Alba nazionale, che considera Facebook uno sfogatoio per mitomani e invidiosi, dichiara: “Aderisco all’iniziativa che lancia l’uscita in massa da Facebook per il 31 maggio perché per me è diventato fonte di sei mesi d’inferno, anche con conseguenze legali. Sono stata oggetto di atti di molestie ed inciviltà perché Facebook dà la possibilità a chicchessia, senza nessuna censura o controllo, se non a posteriori, di poter interagire in un dibattito pubblico, magari con nomi che si rivelano pseudonimi fittizi, pubblicando frasi estremamente denigratorie, offensive, gratuite, lesive e diffamatorie” (Adnkronos).

Del resto, tra una puntura di botox e uno smutandamento, cosa fa più tendenza che dare addosso a Facebook?


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