Dopo una campagna elettorale segnata da alcuni incidenti, anche ieri si sono segnalati diversi episodi di brogli e intimidazioni, inclusa l'aggressione a tre troupes televisive - in un clima molto teso dovuto alla crisi politica più lunga nella storia dell'Albania post comunista con i socialisti che non hanno mai riconosciuto la vittoria di Berisha alle legislative del giugno 2009 e da allora boicottano i lavori parlamentari. Il 21 gennaio scorso, una manifestazione dell'opposizione nel centro di Tirana fu segnata da gravi violenze che causarono la morte di quattro manifestanti antigovernativi a causa di colpi di arma da fuoco, che sembra siano stati esplosi da membri delle forze dell'ordine. Le elezioni amministrative di ieri e in particolare la sfida per la carica di primo cittadino della capitale, sono dunque considerate non solo un test per il governo Berisha, ma soprattutto un esame della maturità politica nazionale. "Formalmente le elezioni sono una questione interna, ma non c'è dubbio che del loro corretto o meno andamento terrà molto conto la Commissione europea nelle sue valutazioni circa la richiesta di divenire Paese candidato presentata da Tirana", ha spiega all'agenzia Tmnews l'ambasciatore italiano in Albania, Saba D'Elia.
L'integrazione europea è un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche e che ha un vasto sostegno da parte degli albanesi. L'attuale governo punta tutto sull'ottenimento entro l'anno della candidatura all'adesione all'Ue dopo la bocciatura incassata a novembre proprio a causa della situazione politica interna. Determinante per il giudizio della Commissione europea sarà non solo la regolarità del voto di ieri, ma anche la gestione della fase post elettorale e la capacità dei partiti di accettare l'esito definitivo del voto. Il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, sarà in visita a Tirana il 21 maggio prossimo: un ennesimo segnale di massima attenzione da parte di Bruxelles verso il paese che ha fatto temere potesse trasformarsi in una sorta di "Tunisia europea". L'Osce, che presenterà domani il rapporto sulle elezioni di ieri, nel suo secondo "interim report" sulla fase pre-elettorale ha segnalato che “il clima di tensione politica degli ultimi mesi si è riflesso in numerosi incidenti violenti in diversi posti”. Solo tra il 12 e il 25 aprile scorsi sono stati registrati almeno otto episodi legati direttamente alla campagna elettorale: aggressioni, colpi di arma da fuoco, esplosione di ordigni, risse a mano armata, un accoltellamento: tutto sommato niente di grave, considerando certi “standard” locali.