ALBANIA: Entro domani il governo Rama decide sulle armi chimiche, tra le proteste di piazza

Creato il 14 novembre 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 14 novembre 2013 in Albania, Balcani Occidentali with 1 Comment
di Lavdrim Lita

Le proteste contro le armi chimiche in Albania ogni giorno diventano più grandi. E’ la prima volta che i cittadini albanesi si uniscono per una causa non schierata politicamente, ma per il proprio futuro. Mentre il governo albanese guidato dal premier Edi Rama prevede di rendere pubblica la sua decisione, gruppi civici, studenti e ambientalisti hanno continuato la loro protesta in ogni città del paese, contro la distruzione delle armi chimiche siriane nel paeseFonti governative hanno annunciato ad East Journal che il Consiglio dei ministri si riunirà entro 24 ore per prendere una posizione ufficiale dell’Albania su questa materia. Il premier Rama ha interrotto un visita ufficiale in Montenegro rientrando a Tirana.

La protesta ha preso una piega non immaginabile solo alcuni giorni fa. Gli studenti universitari di Tirana e quelli delle scuole superiori hanno boicottato le lezioni per aderire alla manifestazione con lo slogan “Stop alle armi chimiche in Albania“, mentre la maggior parte dei cittadini si sono organizzati attraverso i social network come Facebook e Twitter. Durante la protesta, gli studenti di medicina hanno scelto un modo particolare di esprimere la loro ostilità alla possibile distruzione in Albania delle armi chimiche: vestirsi tutti in grembiuli e maschere anti-gas.

Contro l’importazione di armi chimiche siriane in Albania sono anche i cittadini di Scutari. I manifestanti hanno chiesto una “Albania pulita”. L’arcivescovo metropolita di Scutari, Mons. Massafra ha dichiarato che: “Siamo contro la distruzione delle armi chimiche in Albania, non possiamo essere trattati in questo modo solo perchè siamo un paese povero, lo smaltimento delle armi deve avvenire nei paesi che le hanno prodotte, o meglio in quelli che le hanno in possesso”.

Il presidente del Partito Democratico, Lulzim Basha e l’ex premier Berisha si sono uniti per un istante ai cittadini che protestano davanti alla sede del Consiglio dei Ministri. Essi sono stati accolti con entusiasmo da alcuni manifestanti, mentre ci sono stati altri che hanno richiesto loro di allontanarsi, per non voler politicizzare le proteste. Il leader del partito democratico Basha ha detto che i democratici si uniscono ai giovani nella protesta per dire no alle armi chimiche. Per questo motivo l’opposizione albanese in parlamento ha richiesto un referendum per dire no alle armi chimiche in Albania.

Lo stesso aveva fatto negli anni scorsi l’opposizione socialista, oggi al governo, contro la legge sull’importazione dei rifiuti.

Dopo 23 anni di transizione democratica nel paese, in questi giorni sembra trovare fondamento una democrazia civica che per la prima volta sta dettando l’agenda politica e non viceversa.

Tags: Albania, ambientalisti, armi chimiche, corteo, Edi Rama, Lavdrim Lita, legge importazione rifiuti albania, protesta, Siria, smaltimento rifiuti, Tirana Categories: Albania, Balcani Occidentali


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