Secondo quanto pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Albania [1], il Governo del premier Edi Rama ha decretato un nuovo taglio al bilancio statale di 116 milioni di euro, ossia approssimativamente il 4% dell’intera spesa pubblica del paese balcanico.
La decisione è stata presa il 29 luglio scorso, ma è stata mantenuta segreta fino al 4 agosto, giorno nel quale è stata resa nota sul bollettino ufficiale, fatto che ha portato i partiti liberali all’opposizione a criticare la poca trasparenza dell’Esecutivo nelle sue decisioni, soprattutto in fatto di scelte riguardanti l’economia e la gestione delle finanze statali.
Questo taglio si è reso necessario soprattutto a causa di entrate erariali nettamente inferiori alle previsioni, anche a fronte di un forte aumento della tassazione: secondo le statistiche sulle quali si era basato il Governo di Tirana mancherebbero infatti all’appello guadagni per ben 96 milioni, un deficit dovuto principalmente al fatto che, parallelamente alle tasse, è cresciuta di pari passo anche l’evasione fiscale, alla quale si aggiunge il contrabbando ed il recente calo del prezzo del petrolio, il quale ha danneggiato le compagnie estrattive statali.
La necessità di presentare dei conti in regola è dettata inoltre dalle trattative, in atto dal 2013, con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito da 300 milioni di euro, accordo che l’istituto di credito ha però deciso di sospendere proprio a causa delle entrate fiscali troppo esigue; a questo si aggiunge inoltre il fatto che l’Albania dovrà presto far fronte alla necessità di riallocare ben 500 milioni di euro di titoli di stato che scadranno il novembre prossimo.
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