Nessuna adolescenza è un’albachiara.
Dentro il pozzo dei desideri ci sono amori non corrisposti, inquiete acque perenni che danno la sensazione di non poter calmarsi mai. Ogni attimo è vissuto a trecento chilometri orari, ogni sensazione, ogni gesto, ogni sguardo, tutto è amplificato.
Per un adolescente il “sesto senso” è solo un numero di una lunga, lunghissima serie.
Le parole sono soppesate come macigni, il mondo fuori dalla stanza è sempre a un passo, tremendamente vicino e tremendamente lontano allo stesso tempo.
L’adolescenza è priva del senso della misura. In ogni adolescente c’è un eroe romantico che sfida le tempeste della vita, pronto ad accartocciarsi come una foglia riarsa dal sole, o a spiegarsi come vela, prua puntata verso l’infinito.
Si dovrebbe restare adolescenti un po’ per tutta la vita, conservarne, per quel che il Sistema consente, almeno lo spirito. Uno spirito ribelle, pronto a sorprendersi, a erigere grattacieli in un minuto e a spallare secolari fortezze con altrettanta rapidità.
Ulisse era un adolescente. Peter Pan è rimasto troppo piccolo, Capitan Uncino è troppo cresciuto.
Tutti gli eroi sono sperduti adolescenti in cerca della strada per trovare la Verità.
Se avete dimenticato chi eravate, non esistete più.