Feci già questa proposta un anno e mezzo fa al Sindaco Gismondi e al Vice Berdini e fu accolta con favore, almeno a parole. Poi di fatti, come purtroppo spesso accade, non ne seguirono. Fatto sta che la reputo ancora estremamente interessante anche alla luce di quanto accade in cittadine limitrofe e strutturalmente simili alla nostra. L’albergo diffuso potrebbe essere fonte di nuova economia, volano culturale e mezzo per il recupero del patrimonio storico con un costo prossimo allo zero. Si tratta di una struttura turistico-ricettiva che, anziché concentrarsi su un unico immobile, gestisce e coordina le varie piccole realtà esistenti sul territorio, come agriturismi e bed & breakfast, e incentiva la nascita di altre, magari proprio all’interno del centro storico, stimolando il privato ad investire nelle varie case fatiscenti che sarebbero acquistabili a costi estremamente bassi ma che, una volta ristrutturate a dovere e inserite nel progetto, potrebbero fornire una fonte di reddito interessante, il tutto con costi bassi se non nulli per la pubblica amministrazione. Si potrebbe pensare ad una sorta di cooperativa tra i vari operatori esistenti e potenziali, magari inizialmente sostenuta e stimolata dal Comune, che porti ad una ricettività capillare finalizzata all’intercettazione di tutto quel turismo legato al mondo degli outlet, arricchendone l’offerta tramite le bellezze storiche, architettoniche, artistiche e naturalistiche pur presenti nel territorio comunale e circostante.
Luca Craia