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Trama: diciannovesimo secolo. Una donna, per evitare la povertà, passa decenni nei panni del maggiordomo Albert Nobbs ma la sua vita diventa più difficile mano a mano che aumenta la solitudine...
Albert Nobbs è un film particolarissimo. All'inizio mi aspettavo una pellicola che denunciasse la condizione della donna in Inghilterra e Irlanda alla fine del diciannovesimo secolo, ma non è solo questo. La singolare vita di Albert Nobbs racconta innanzitutto la solitudine di una persona costretta a perdere la propria identità, a rinunciare alla propria natura fino a rimuoverla del tutto, a diventare una creatura imperfetta, insicura, triste e piena di desideri irrealizzati. Il film non è una divertente commedia degli equivoci dove una donna si traveste da uomo per sbarcare il lunario e deve cercare di non farsi scoprire; il motivo che spinge, o meglio costringe, la protagonista a vestire panni maschili è un orrendo e sconcertante insieme di ingiustizie sociali e traumi adolescenziali, che da soli tuttavia non bastano a sedare le naturali pulsioni di un essere umano. Basta infatti l'arrivo di una persona nelle sue stesse condizioni ma felicemente sposata per fare sì che Albert Nobbs (il cui vero nome non verrà mai svelato) cominci a fantasticare di avere una vita sua, un piccolo negozio, magari persino l'amore, l'unica "cosa" in grado di illuminare una vita consacrata alla semplice e fredda sopravvivenza. Attorno a lui/lei ruota un intero microcosmo di donne oppresse, costrette a combattere contro uomini violenti ed egoisti, contro una società crudele ed ingiusta, e a reinventarsi per riuscire ad ottenere quelle cose che le persone più agiate o fortunate considerano banali e quasi dovute.
Considerate le delicate e complesse emozioni che animano il cuore del protagonista, il ritmo del film viene impostato quasi in modo da rispettarle, come se fosse un dramma teatrale invece che una pellicola: poche variazioni di set (l'albergo, la strada e la casa di Hubert Page), abbondanza di sequenze "rituali" e a loro modo coreografiche come quelle dove i dipendenti prestano i loro servizi all'hotel e, infine, molti dialoghi tra personaggi. Pregevolissimi, quindi, costumi e scenografie ma, soprattutto, indispensabile la presenza di attori bravissimi. Sembra banale cominciare da Glenn Close, qui quasi irriconoscibile, ma la verità è che Albert Nobbs sarà anche il protagonista del film però è uno dei personaggi meno accattivanti e più passivi della storia del cinema... quindi, a maggior ragione, la bravura dell'attrice sta nel coinvolgere il pubblico davanti al dramma umano di questo piccolo e timido omino/donnina. Fortunatamente, a fargli da contraltare e fungere da sprone, c'è un'incredibile Janet McTeer che parrebbe davvero un uomo nei primi fotogrammi e che, spesso e volentieri, ruba la scena al personaggio principale. Anche i nomi eccellenti che animano il sottobosco della pellicola sono molto validi, soprattutto Mia Wazikowska che ormai è anni luce distante dalla Alice Burtoniana, per fortuna, ma è un piacere anche vedere Pauline Collins in un personaggio falso e melodrammatico e Brendan Gleeson nei panni del dottore ubriacone ma fondamentalmente buono. In sostanza, mi spiace che Albert Nobbs non abbia avuto la risonanza che avrebbe meritato, perché è una visione che consiglio caldamente a chi cerca un film particolare e si trova a suo agio con ritmi lenti e ragionati.
Di Mia Wazikowska (Helen), Pauline Collins (Madge), Brendan Gleeson (Dr. Holloran) e Aaron Taylor-Johnson (Joe) ho già parlato ai rispettivi link.
Rodrigo García è il regista della pellicola. Colombiano, figlio dello scrittore Gabriel García Márquez, ha diretto Le cose che so di lei ed alcuni episodi delle serie I Soprano e Six Feet Under. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 54 anni.
Glenn Close interpreta Albert Nobbs, ruolo che aveva già interpretato nel 1982 a teatro e per cui ha ricevuto la sesta nomination all’Oscar. Americana, la ricordo per film come Il grande freddo, Attrazione fatale, Le relazioni pericolose, Hook – Capitan Uncino, La casa degli spiriti, Mary Reilly, La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera, Mars Attacks! e Air Force One. Come doppiatrice ha lavorato nei film Tarzan, Pinocchio, Hoodwinked e in alcuni episodi de I Simpson, inoltre ha partecipato alle serie Will & Grace e The Shield. Anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 66 anni e cinque film in uscita tra cui Guardians of the Galaxy.
Jonathan Rhys Meyers (vero nome Jonathan Michael Francis O'Keefe) interpreta il Visconte Yarrell. Irlandese, lo ricordo per film come Velvet Goldmine, Titus, Sognando Beckham, Alexander, Match Point, Mission: Impossible III, From Paris With love e Shadowhunters – Città di ossa. Anche produttore, ha 36 anni, un film e una serie in uscita, Dracula.
Janet McTeer interpreta Hubert Page, ruolo per cui ha ricevuto la seconda nomination all'Oscar, questa volta come migliore attrice non protagonista. Inglese, ha partecipato a film come In cerca d'amore, Velvet Goldmine e The Woman in Black. Anche sceneggiatrice, ha 52 anni e un film in uscita.
Mark Williams, che interpreta il maggiordomo Sean Casey, ha prestato il volto al buon Arthur Weasley nella saga cinematografica di Harry Potter. Amanda Seyfried e Orlando Bloom, invece, erano stati scritturati per i ruoli di Helen e Joe ma hanno dovuto rinunciare per impegni pregressi. Posso dire che, In My Humble Opinion, è stato meglio così? Direi di sì e aggiungo che, se Albert Nobbs vi fosse piaciuto, potete sempre recuperare Victor/Victoria! ENJOY!!
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