La puntata di Ulisse dedicata ai “Mille segreti di Napoli” nonostante alcune critiche ha riscosso un enorme successo tra i telespettatori che sono rimasti letteralmente incantati dalle innumerevoli bellezze della città.
Ad essere innamorato ormai da anni di Napoli è sicuramente Alberto Angela il quale non smette mai di manifestare tutta la sua ammirazione per la città e per i napoletani.
“Ho 53 anni e ci vengo da quando ne avevo 14. Non posso quindi dire che per me sia stata una sorpresa. Insomma, l’ho sempre saputo che Napoli è una capitale, e che nella sua storia si è trovata tantissime volte all’avanguardia. Eppure, è stata un’esperienza magnifica”, ha dichiarato il presentatore in un’intervista del Corriere del Mezzogiorno.
Nella puntata di Ulisse Alberto Angela ha cercato di far conoscere ai non napoletani le meraviglie che spesso sfuggono ai loro occhi a causa del poco tempo che hanno a disposizione per visitare tutta la città. Un obiettivo poco semplice poiché scoprire e “descrivere Napoli se non si è napoletano non è per niente facile”.
Tra “Mille segreti di Napoli” non potevano mancare messaggi e complimenti rivolti al popolo partenopeo: “Era importante, e inevitabile, parlare anche a loro. Trovare un modo per sollecitare il loro orgoglio civico. Napoli possiede cose così incredibili che, se si trovassero in qualsiasi altra città d’Europa, se ne parlerebbe ogni giorno. Per citare una cosa molto celebre: il Cristo velato, opera di un artista che di sicuro non ha la notorietà di un Michelangelo o di un Canova, è qualcosa di veramente stupefacente. E così è la Farmacia degli Incurabili, o il Museo di mineralogia. O la Stazione Dohrn, che non è solo un acquario, come lo chiama la gente di qui, bensì un centro iperspecializzato unico al mondo, in cui si studia specificamente il golfo di Napoli. E di cose così ce ne sono talmente tante che alla fine uno, magari anche un napoletano, non riesce mai a vederle tutte”.
“[..] Questa esperienza ha veramente emozionato tutti noi di Ulisse. Il calore dei napoletani mi ha davvero impressionato. Lo so: può sembrare un luogo comune, però è così. È come se ci avessero adottato, è come quando senti che qualcuno ti vuol bene fin da subito: un percepirsi immediatamente accolti. E poi mi hanno colpito i giovani. Ho visto questi gruppi di volontari, ragazzi che si danno da fare per riportare alla luce strutture dimenticate, come giù alla villa della Gaiola. Sono giovani archeologi che hanno scoperto un calidarium di un genere che non avevo mai visto, tale da meritare una puntata a parte. È proprio bello vedere che ragazzi come quelli, facendo sacrifici, incontrando difficoltà burocratiche, logistiche, amministrative, con tenacia vanno avanti. E ti viene da pensare a quanto Napoli potrebbe e saprebbe offrire. Tantissimo”.
Per Alberto Angela Napoli è unica, una grande famiglia che a differenza di molte città continua ad avere un’identità fortissima: “[..] Le ferite di Napoli, le sue problematicità le conosciamo tutti. La mia, comunque, è l’impressione di una persona che ha viaggiato molto nel mondo, e che sa che non esistono città senza ferite né senza problemi. Una persona che dovunque vada si mette anche a guardare come vive la gente. E qui la gente ha un calore unico. Altrove si perde il senso di comunità, non ci si parla più; qui ti capita d’incontrare gente che, mentre cammina, fischietta o canta. Credo che il valore di una città lo vedi nello sguardo delle persone”.
Alla fine dell’intervista Angela dichiara: “[..] A Napoli bisogna arrivarci già un po’ smaliziati. Dopodiché, non si può non restarne innamorati“.