Un mio intervento ospitato su CARTEGGI LETTERARI
Si potrebbe partire, per intendere i fili portanti di questo libro, dalla sezione "Un teatro senza animali", piuttosto che dai due bellissimi requiem d'apertura dedicati alla scomparsa del padre e dell'amico Stefano Tassinari.
Questo teatro senza animali fa riferimento, in dialogo, alla poetica naturale di Giampiero Neri a cui è dedicato, significativamente, ad inizio di sezione, il testo "Una larva": come in un sogno, o un'allucinazione, il poeta immagina di aver partorito una larva dal polso, di averla curata per un poco come un figlio e infine di averla schiacciata - forse - "annichilita dalla pressione delle dita".
Si declina, dunque, un rapporto ambiguo con la morte, presente in ciascuno di noi in forma di elemento naturale e che a volte si palesa come presagio, in alcuni momenti della giornata - la ferocia delle ombre -.