Alberto Burri

Creato il 26 marzo 2014 da Artesplorando @artesplorando

Alberto Burri, Il grande cretto

Rimaniamo tra i capisaldi dell'arte contemporanea italiana.
Alberto Burri è l’artista italiano, insieme a Lucio Fontana, ad aver dato il maggior contributo italiano al panorama artistico internazionale di questo secondo dopoguerra. La sua ricerca artistica è spaziata dalla pittura alla scultura avendo come unico fine l’indagine sulle qualità espressive della materia. Ciò gli fa occupare a pieno titolo un posto di primissimo piano in quella tendenza che viene definita «informale».Burri piace un sacco! e una dimostrazione di ciò è il "sacco dei Burri", lo scandalo delle opere sparite nel nulla dalla sua casa di Nizza, dove l'artista morì nel 1995. Visti i prezzi delle sue opere alle aste, concludiamo che Burri al di là dei giudizi, vale un sacco!!! Ma non abbastanza per quello che questo artista ha significato nell'arte italiana e, per una volta, mondiale. Se fosse stato americano sarebbe diventato un Rauschenberg.Nato a Città di Castello nel 1915, laureato in medicina nel 1940, è in prigionia che decide di diventare un artista. Inizia a fare arte con quello che offriva la Guantanamo Bay di allora: sacchi di iuta. Così il nostro medico inaugura la sua nuova carriera. Non si fermerà più. I suoi lavori diventeranno dettagli di un universo più grande, che si espande oltre i confini dell'immaginazione. Non parlerà mai di cose ma di materia. Da medico controlla la superficie, la pelle, i pori, il pelo, come un dermatologo dell'arte. Oltre ai sacchi, usa la plastica e legno bruciati, argilla per i Cretti, truciolato per i Cellutex. Chirurgo, piromane, costruttore, così si potrebbe definire l'artista Burri, e in più nervoso perché alla fine della sua carriera faceva opere tirando via la superficie dei quadri come qualcuno che si mangia le unghie o le pellicine dalle dita. Burri rimane comunque l'unico artista ad aver fatto un monumento ad una calamità naturale: il terremoto, sulle macerie dello sfortunato paese di Gibellina, colando cemento sui resti del paese, trasformato così in necropoli: il grande cretto.

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