In questo periodo vengono alla luce molte storie di persone uscite dall’omosessualità. Mi è capitata tra le mani questa storia di un ragazzo ventenne, spagnolo, di nome Alberto Perez. Questo giovane ha rilasciato una intervista nella quale ha raccontato come ha fatto “a diventare cosciente di sé”, per usare le sue parole, ed uscire così da questo stile di vita. Al contrario di due persone contattate da questo sito web, Adamo Creato (nome fittizio a protezione della privacy) e Andrea Ferrameo, Alberto è stato aiutato dalla cosiddetta terapia riparativa.
Ha spiegato il giovane ex omosessuale: «La terapia è stata la strada che mi ha portato all’autocoscienza di ciò che ero. La cosa strana, era che questa situazione non riguardava nello specifico la sessualità, mi resi conto che le mie attrazioni omosessuali avevano la loro origine in problemi emotivi. La lettura del libro “Riscoprirsi normali” di Richard Cohen mi scosse. Mi sentii descritto in tutto». Alla domanda dell’intervistatore sulla terapia da lui seguita, Alberto ha risposto: «(la terapia) ha toccato tutte le aree “scoperte”della mia vita; ha individuato tutti i fattori che hanno attivato il complesso omosessuale. L’omosessualità non è altro che il grido dell’anima che desidera riempire tutti i vuoti affettivi passati».
Il tempo passato sotto terapia, ha continuato Alberto Perez, non è la cosa che conta di più, l’importante è quanto si lavora bene per una vera comprensione di sé: «Sono riuscito a scappare da questa situazione perché avevo davvero toccato il fondo, non mi sentivo soddisfatto, ero vuoto. Mi sentivo lacerato dalla forte e incontrollabile dipendenza della pornografia [...] Attraverso la terapia ho capito che aveva sviluppato queste tendenze da situazioni che ho vissuto tutta la mia vita e l’ambiente in cui sono cresciuto». Secondo Perez, «E’ raro il caso in cui uno davvero desideri essere gay. Tutto l’ambiente si basa sul corpo, il denaro e la giovinezza, cose che non durano per sempre».
Nelle ultime battute di questa intervista Alberto ha parlato della sua vita ora: «Ho in mente molti progetti tra cui anche la creazione di una trasmissione radiofonica sull’argomento. Ma soprattutto porto avanti la mia denuncia contro le menzogne delle Lobby Gay e porto sostegno a tutti coloro che ne sono state vittime». E infine: «La realtà è che io non credo che ci siano uomini gay. L’orientamento omosessuale non esiste, ci sono uomini eterosessuali con attrazioni omosessuali. No, non è un gioco di parole. Non sono mai stato gay, io non sono un ex gay, ero solo un giovane uomo con un problema di identità sessuale. Oggi il conflitto è stato risolto, sono molto felice».
Luca Bernardi