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albicocco

Creato il 24 ottobre 2012 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Caratteristiche


albicocco L'albicocco è una pianta di provenienza cinese, anche se secondo un buon numero di fonti, si tratterebbe di una pianta che avrebbe avuto origine nell'area persiana e in quella armena. L'albicocco è una pianta che si caratterizza per avere una grandezza media, dal momento che non va mai oltre i 5-7 metri di altezza e, al tempo stesso, può contare sullo sviluppo di foglie che presentano una tipica forma cuoriforme, oltre ad essere particolarmente sottili e lisce.

I fiori che vengono prodotti da questa pianta cinese presentano una tipica colorazione bianco rosato.

L'albicocco si caratterizza per la produzione di frutti che presentano una forma tipicamente ovoidale, mentre la buccia si caratterizza per avere una colorazione che può cambiare anche notevolmente in base alla varietà che viene presa in considerazione, dal momento che si va da un giallo chiaro fino all'arancio intenso.

La polpa dell'albicocco si caratterizza per essere decisamente tenera, oltre al fatto che si presenta anche molto succosa e con un ricco quantitativo di vitamina A.

I frutti di questa pianta di provenienza cinese sono ovviamente destinati al consumo fresco, ma larga parte viene impiegata anche dall'industria per la realizzazione di succhi, sciroppi, marmellate e tanti altri prodotti che hanno riscosso fin da subito un ottimo successo sul mercato.

Nella maggior parte dei casi, gran parte delle varietà di albicocco si caratterizzano per essere autofertili, anche se bisogna sottolineare come la presenza contemporanea di più varietà aumenta in maniera esponenziale la produzione dei frutti.

L'albicocco è un albero da frutto che predilige lo sviluppo in tutte quelle zone che sono caratterizzate da un clima piuttosto temperato, anche se è largamente diffuso e viene coltivato anche in tante aree con un clima molto più freddi.

Uno dei principali pericoli per il corretto sviluppo di questa pianta è sicuramente rappresentato dai forti venti, che possono apportare dei danni molto importanti, in modo particolare, alla fioritura, dal momento che l'albicocco produce i suoi fiori in maniera prematura.

Un altro importante pericolo arriva dalle gelate tardive, che sono in grado di combinare diversi danni soprattutto alla fioritura e, ovviamente, anche alla produzione dei frutti.

Terreno


albicocco 2
Per quanto riguarda le operazioni di concimazione, come per tante altre piante, anche per l'albero da frutto dell'albicocco si suggerisce di utilizzare dei concimi organici, come ad esempio il letame o lo stallatico nel corso del periodo definito come “riposo vegetativo”.

Nel corso del periodo compreso tra la stagione primaverile e quella estiva, si possono utilizzare dei concimi NPK: in pratica, si tratta di un composto realizzato con l'azoto, il fosforo e il potassio, senza poi sfruttare questi elementi nel corso delle stagioni caratterizzate da un clima più caldo e secco.

Come per tante altre specie, anche la potatura dell'albicocco si fonda sull'habitus di fruttificazione. Infatti, siamo di fronte ad una drupacea e, per tale ragione, presenta delle gemme a fiore sui rami.

La pianta di albicocco si sviluppa alla perfezione in luoghi in cui viene esposte direttamente ai raggi solari, ma è collocato in una zona riparata rispetto ai venti; questo albero da frutto si adatta ad ogni tipologia di terreno, a patto che sia piuttosto fertile e con un buon livello di drenaggio.

L'albicocco è una pianta che non presenta particolari necessità dal punto di vista idrico.

Portainnesti


Questa pianta presenta la caratteristica di potersi innestare su un buon numero di piante: spesso viene utilizzato come portainnesto il franco, ma sono largamente diffusi anche il susino mirabolano, il pesco e il mandorlo.

Ad ogni modo, è importante ricordare e sottolineare come il portainnesto che viene maggiormente utilizzato nelle coltivazioni di questa pianta è sicuramente rappresentato dal susino mirabolano, che si caratterizza sopratutto per non avere delle specifiche esigenze dal punto di vista climatico e relative al terreno in cui viene inserito.

Il susino mirabolato si caratterizza anche per avere una discreta affinità e uno sviluppo particolarmente veloce, mentre le piante denotano sempre un buon vigore, sono molto longeve e hanno la particolarità di produrre i frutti in maniera precoce.

Per quanto riguarda l'innesto su pesco, invece, bisogna sottolineare come si ottengano delle piante non certo caratterizzate da un elevato vigore ed un'alta longevità, ma al tempo stesso si caratterizzano per essere decisamente produttive, oltre al fatto che un buon numero di varietà di albicocche si caratterizzano per avere una qualità decisamente più elevata e, al contempo, anche un processo di maturazione più veloce.

Forme di allevamento


Fra le varie forme di allevamento di questo albero da frutto, ne troviamo certamente tre che sono molto più importanti e vengono utilizzate con maggiore frequenza in confronto a tutte le altre.

L'albicocco, infatti, è una delle piante migliori per essere coltivato a pieno vento (intendendo, quindi, una crescita del tutto naturale).

C'è la possibilità di formare la chioma su fusto medio ad un'altezza pari a circa 120 centimetri, mentre l'alternativa è rappresentata dalla formazione della chioma ad alto fusto, ad un'altezza pari a circa 180-200 centimetri.

Ecco spiegato il motivo per cui si dovrà provvedere a piantare il pollone di circa un anno e poi si andrà ad eseguire un taglio all'altezza voluta. Il passo successivo, nel corso dell'anno che segue, sarà quello di mantenere come minimo tre rami che dovranno essere ridotti ad una lunghezza pari a 20-25 centimetri rispetto al punto di partenza.

Ovviamente, tale sistema permetterà a tali rami di produrre, a loro volta, ancora altri rami, che si svilupperanno successivamente e basteranno per andare a costituire quella che sarà la chioma definitiva dell'albero da frutto dell'albicocco.

Nel corso degli anni successivi, e specialmente nel momento in cui l'albero sta affrontando il periodo vegetativo, si dovranno eseguire solamente degli interventi di diradamento interno della chioma, per poi provvedere all'eliminazione dei rami secchi.

Nel corso degli anni successivi, nel momento in cui si dovrà affrontare il riposo vegetativo, saranno sufficienti solamente degli interventi idonei a diradare internamente la chioma e a provvedere alla rimozione dei rami secchi.

Un'altra forma di allevamento dell'albicocco è rappresentata dalla tecnica che prende il nome di “A vaso nano”.

Per poter realizzare il vaso, si dovrà provvedere a piantare un pollone di un anno e poi effettuare un taglio a circa 40-50 centimetri dal terreno.

Nel momento in cui comincia il secondo anno di vita dell'albero da frutto, si dovrà provvedere ad accorciare di circa 30-40 centimetri (come minimo) almeno quattro rami decisamente vigorosi, cercando di mantenerli il più lontano possibile dalla parte centrale, che poi daranno altri rami di cui si dovranno conservare solamente i rami esterni.

A questo punto si dovrà provvedere a rendere più corti questi rami in maniera tale da rendere ancora più robusta la pianta: da quel momento in poi la crescita sarà mantenuta libera, intervenendo solamente con qualche operazione di potatura andando a sfoltire rimuovendo i rami che sono troppo in disordine.

Un'altra alternativa nelle forme di allevamento dell'albicocco è sicuramente rappresentata da quella tecnica definita “a palmetta o spalliera”.

Con ogni probabilità si tratta della tecnica di formazione della pianta più importante e suggerita da utilizzare anche in giardino, dal momento che, tra le sue caratteristiche principali, ha quella di essere ottimale per la guarnizione di mura e recinzioni e, dal momento che l'albero da frutto dell'albicocco è particolarmente sensibile e soffre i forti venti freddi della stagione invernale, la preferenza va per piantarlo nella parte sud del giardino, in modo tale da ricavare i risultati migliori.

Ecco spiegato il motivo per cui si dovrà provvedere a piantare un pollone di un anno dopo aver eseguito un taglio ad un'altezza pari a circa 50 centimetri da terra, mentre nel corso dell'anno successivo, si dovranno mantenere almeno quattro rami, con l'obiettivo di disporli due per ciascun lato e uno che si deve lasciar sviluppare in modo verticale.

L'intera struttura deve essere fissata ad un traliccio o un'alternativa che garantisca un buon sostegno. Nel corso dell'anno successivo, ecco sarà necessario intervenire con delle potature, in particolare modo con l'obiettivo di spuntare e irrobustire i rami laterali, mentre una potatura più intensa dovrà essere eseguita sulla freccia verticale in modo tale da garantire un buon ricambio con i rami di nuova crescita.

Malattie e parassiti


E' importante evidenziare come i principali pericoli per questo albero da frutto sono essenzialmente rappresentati dai parassiti animali che sono in grado di attaccare con buona costanza l'albicocco: i principali parassiti animali sono rappresentati dagli afidi, che vanno a svilupparsi, in modo particolare, sulle parti più estreme dei germogli.

Può accadere che le piante di albicocco vengono spesso attaccate anche dalle cocciniglie: nel caso in questi parassiti si presentino in modo uniforme e in grandi quantità, allora c'è la possibilità che provochino un indebolimento complessivo di questo albero da frutto, con la conseguenza che i danni si estendono anche ai frutti.

Un altro parassita particolarmente fastidioso, in grado di attaccare la pianta di albicocco, è rappresentato dalla tignola, che si caratterizza per insinuarsi all'interno delle gemme e all'interno dei germogli più giovani, con la conseguenza di un loro disseccamento estremamente rapido.

L'albicocco è soggetto spesso anche a dei patogeni di provenienza fungina: stiamo parlando, in modo particolare, del corineo, che si caratterizza per la produzione di macchie che compaiono sulla foglia e che hanno come conseguenza principale quella di necrotizzare i tessuti, provocando dei piccoli buchi.

Un altro patogeno di origine fungina è sicuramente rappresentato dalla monilla, che va a provocare dei danni sui rami e sui frutti: una volta che questi ultimi vengono infettati, la conseguenza principale è quella che marciscono molto in fretta.


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