Ingegneri contro tutti o, per meglio dire, contro il tanto sbandierato Albo Unico per le professioni tecniche di primo livello che dovrebbe riunire sotto un unico scudo i tecnici non laureati (geometri, agrotecnici e periti industriali) e gli ingegneri triennali (oggi iscritti alla Sezione B degli albi degli Ordini degli Ingegneri provinciali).
Nello specifico, oggetto della dura analisi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è il rapporto Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell’ingegneria, pubblicato lo scorso giugno per i tipi della Franco Angeli e realizzato dalla Fondazione Censis su commissione dei Collegi e Consigli nazionali dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti industriali (CoGePaPi).
Secondo gli ingegneri si tratta di un documento politico che “finisce per offrire rappresentazioni distorte di dati di fatto, interpretazioni giuridiche, sentenze”. Il CNI analizza i contenuti salienti del rapporto, che nasce con l’intento di spiegare il perché sia necessario procedere alla creazione di un Albo Unico e verso il quale dovrebbero confluire anche gli iscritti alla sezione B degli albi degli ingegneri (leggi l’analisi del Rapporto Censis – CoGePaPi sulla creazione dell’Albo Unico per le professioni tecniche).
“Assolutamente destituita di ogni fondamento“, si legge nel documento degli Ingegneri “è l’affermazione contenuta nel rapporto Censis – CoGePaPi secondo la quale solo un nuovo raggruppamento professionale (quello dei “tecnici dell’ingegneria” dove dovrebbero confluire gli attuali iscritti ai Collegi di geometri, periti industriali e periti agrari nonché i professionisti iuniores degli albi di ingegneri e architetti) potrebbe garantire agli attuali iscritti alle sezioni B degli albi di ingegneri e architetti il riconoscimento di effettive competenze professionali”
Insomma, secondo il rapporto, scrivono gli ingegneri, i professionisti iscritti alla Sezione B non disporrebbero “di competenze professionali paragonabili a quelle degli ingegneri e tanto meno a quelle previste per i geometri e periti, che in entrambi i casi prevedono attribuzioni di competenze maggiori”.
“La tesi politica sostenuta dal rapporto Censis – CoGePaPi lascia trapelare esplicitamente un percorso di unificazione che non rispetta alcuna delle suddette condizioni e che resta pertanto inaccettabile per le altre categorie professionali tecniche ed in particolare per gli ingegneri”, conclude il CNI.