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Albrecht Durer

Creato il 18 marzo 2013 da Artesplorando @artesplorando

Albrecht Durer

Albrecht Durer, Adorazione dei Magi

L’opera di Durer, universale per significato e portata, storicamente s’inscrive entro un processo culturale e sociale rivoluzionario, nel decisivo momento di transizione tra le società feudali vacillanti e l’universalismo borghese, aperto, almeno per un’élite, all’idealismo del Rinascimento italiano. Ora, tale evoluzione, che a sud delle Alpi era stata frutto di una maturazione regolare e progressiva, nei paesi germanici assunse il carattere di violento scontro intellettuale e politico di cui non si vedeva soluzione se non in una serie di rotture radicali col passato. Per la Germania fu un periodo artistico e culturale estremamente florido. Nel cuore di questo conflitto, del quale la Riforma e la guerra dei contadini saranno i momenti cruciali, Durer realizza la sintesi, praticamente unica nella storia dell’arte, tra i principi del Rinascimento e un linguaggio plastico molto elaborato, complesso incrocio d’influssi renani e olandesi. Cosí, non senza ambiguità, egli resta l’ultimo rappresentante della generazione del gotico fiorito da cui è emerso, mentre proietta sul proprio tempo e sul futuro il genio umanistico di un pensiero che lo caratterizza come «primo artista moderno a nord delle Alpi» (L. Grote). Albrecht Durer nasce nel 1471 a Norimberga da Albrecht Dürer il Vecchio e da Barbara Holper, esponente di una famiglia agiata di artigiani. Terzo di diciotto figli, molti dei quali saranno impiegati nella bottega del padre, pur senza eccellere come il fratello.

Albrecht Durer

Albrecht Durer, ritratto di giovane veneziana

Si avvicina all’ambiente artistico proprio nella bottega del padre orafo, per poi passare, dal 1486, a quella del pittore e incisore Michael Wolgemut. Nel 1490 intraprende un lungo viaggio che lo porterà in tutta la Germania e l’Olanda, poi a Colmar, patria di Martin Schongauer, il pittore e incisore tedesco allora più famoso, quindi a Basilea, importante centro per l’arte grafica, e infine a Strasburgo (1493). In questi anni realizza numerose incisioni, illustrazioni per opere letterarie e alcuni ritratti. Nel 1494 compie il primo viaggio in Italia: a Venezia conosce le opere di Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio, nonché le incisioni di Mantegna e del Pollaiolo. Tornato a Norimberga l’anno successivo, realizza una serie di acquerelli e incisioni su rame; nel 1496 per Federico il Saggio, elettore di Sassonia, esegue un ritratto e due polittici per la chiesa del castello di Wittenberg (1496-1497). Nel 1498 riceve la commissione per l’Altare Paumgartner terminato nel 1504 (Monaco, Alte Pinakothek), anno dell’Adorazione dei magi degli Uffizi. Parallelamente all’opera pittorica, continua l’attività incisoria, con i fogli dell’Apocalypsis (1497) e della Grande Passione (1498). Nel 1505 effettua il secondo viaggio in Italia toccando Venezia, Ferrara, Bologna e Roma. A Venezia nel 1506 realizza la Festa del rosario per San Bartolomeo di Rialto, la chiesa della colonia tedesca. L’opera suscita una vivida impressione per l’analisi minuziosa e realistica dei particolari, per la ricchezza della gamma cromatica che crea forti contrasti di colori caldi e freddi. I maggiori artisti veneziani, da Bellini a Giorgione a Lotto, dimostrano di subire l’influsso dei modi düreriani, così come le sue incisioni diverranno inesauribile fonte di motivi compositivi. Di ritorno a Norimberga nel 1507, lavora alla pala dei Diecimila martiri per la municipalità (1508), all’Altare Heller, oggi perduto, e all’Adorazione della Santissima Trinità (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Dal 1511 l’artista si dedica principalmente all’incisione: integra la serie della Piccola Passione (1509-1511), realizza le stampe de Il cavaliere, la morte e il diavolo (1513), il San Gerolamo nello studio (1514), Melencolia I (1514), soggetti esoterici e sapienziali che testimoniano la sua cultura filosofica e religiosa. Del 1526 sono le grandi tavole dei Quattro apostoli (Monaco, Alte Pinakothek) che, nella loro monumentalità cupa e drammatica, esprimono ormai il travaglio religioso dell’epoca della Riforma.

Albrecht Durer

Albrecht Durer, Cristo dodicenne tra i dottori

E' un pittore che ho imparato ad amare, per l'italianità che esprime nei colori, nella resa delle stoffe, e perfino in certi volti, da un lato, e per la sua germanicità invece espressa in una cura particolare nella resa dei dettagli naturalistici, dall'altro. Un Leonardo d'oltralpe, pittoricamente parlando, che ha portato per la prima volta in Germania una figura di artista, umanista, intellettuale, che fino ad allora non si era mai visto

Albrecht Durer

Albrecht Durer, festa del Rosario



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