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“Album di famiglia” di Patricia MacLachlan, Piemme (Il battello a Vapore)

Creato il 16 aprile 2013 da Federicapizzi @LibriMarmellata

albumcopPatricia MacLachlan è una scrittrice americana di libri per bambini e ragazzi piuttosto prolifica e premiata.

La casa editrice Piemme, nella sua celebre collana dedicata all’infanzia e all’adolescenza “Il battello a vapore”, pubblica “Album di famiglia”, romanzo candidato, quest’anno, al Premio Andersen nella categoria “Miglior libro mai premiato”.

Una storia pacata, equilibrata che cela, dietro la maschera di un racconto quotidiano e familiare, una vibrante vena emotiva, malinconica e profonda.

Il tema trattato, d’altra parte, non è dei più semplici.
Journey, tredicenne, e la sorella maggiore Cat vengono abbandonati dalla madre alle cure dei nonni.
I due ragazzi, ancora bambini, erano già stati lasciati dal padre in circostanze non specificate e dell’uomo non conservano ricordi.

La madre, invece, un giorno semplicemente se ne va, senza spiegazioni, ma dai suoi gesti si comprende che quello che Journey vorrebbe fosse un arrivederci in realtà è un addio.
Non sono chiarite, ne libro, le motivazioni della donna, si comprende però, tra le righe, una sofferenza e una difficoltà nel portare avanti il consueto ed ordinario ruolo materno e quindi l’inesorabilità della sua scelta.

Ma il focus del racconto non è sui genitori e sulle loro mancanze, bensì sulla vita, e sull’evoluzione emotiva, dei due fratelli, in particolar modo di Journey.
Il ragazzo infatti reagisce alla partenza della madre con un gran rabbia, una forte dose di risentimento e un’incessante speranza nel suo ritorno.
Il senso d’abbandono è forte, e pare inghiottire tutto e a poco sembrano servire i gesti rispettosi e amorevoli dei nonni.La dolcezza della nonna e la rude accoglienza del nonno, sensibile ma discreta, si mostrano fin da subito buone medicine, anche se il giovane protagonista sembra non rendersene conto.
Il nonno, poi, è un grande appassionato di fotografia e gira tutto il giorno con la macchina a tracolla, intento a fermar questo o quel momento.

Sono proprio le foto la colonna portante del racconto. E tramite le fotografie si snoda il quotidiano di Journey, Cat, della loro anomala famiglia e degli amici che vi gravitano intorno.
Piccole istantanee che raccontano più di quel che mostrano, che svelano, che testimoniano risa e malinconie, ma soprattutto affetto, partecipazione.

Sì perché ciò che si respira, tra le pagine – e che Journey pare non comprendere a fondo, preso com’è dal suo dispiacere profondo per l’assenza materna – è l’amore, l’unione che lega il piccolo nucleo di nonni e nipoti.
Il ragazzo verrà condotto per mano, con attenzione, calma e rispetto, sul terreno accidentato dell’accettazione, che non sarà perdono ma presa di coscienza, e della verità, dolce-amara, sulla sua infanzia e, ora, sulla sua adolescenza.
Tra frammenti di foto strappate, che dovrebbero narrare il suo passato, e capannoni piani di foto integre e nuove, che raccontano il suo presente, Journey capirà che la sua famiglia non è quella dei suoi ricordi – più probabilmente dei suoi sogni – ma quella attuale, viva, amorevole costituita dai nonni e dalla sorella.
Così è ora e così è stato, forse, anche nella sua infanzia.

Un piccolo romanzo di crescita immerso in atmosfere rurali.
Scene di una realtà campagnola fatta di prati e orti, fiori e patii ombrosi, pervasa da una serenità di tempi e di luoghi, entro la quale si muovono, pacati, donne e uomini che si dedicano ai loro lavori e alle loro passioni, senza fretta, pronti ad indugiare nell’ascolto reciproco e a dare spazio ai bisogni dell’animo.

La prosa della MacLaghan è asciutta, essenziale, calma, emotivamente suggestiva, dice più di ciò che scrive e si alterna tra uno stampato del racconto passato e un corsivo del vissuto presente.
Un palleggio di tempi che non disturba ma, anzi, rende più calda e viva la narrazione.

(età consigliata: da 9 anni)

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