Basta, mi spoglio: non ce la faccio a restare vestito nei panni di un lettore medio italiano (sia pur complicato). Io non sono medio. Chi è disposto a sentirsi medio (a parte il dito³) continui lui, e dica se tale fascetta gialla con la scritta rossa lo può convincere a comprare il libro solo perché ha vinto il premio.Rimetto i miei panni e dico: io, più o meno, so dell'esistenza del premio Strega da una trentina di anni. Non ho mai comprato un libro del vincitore nell'anno stesso in cui questi abbia vinto. Dopo sì, per carità. Mi vengono in mente diversi libri vincitori che ho comprato o preso in prestito e letto, ma indipendentemente dal fatto che essi abbiano vinto il premio. Per cui, per quanto mi riguarda, la vittoria al premio Strega m'induce all'acquisto di un libro tanto quanto un'intervista da Fabio Fazio.
A margine, alcune considerazioni sul Liquore Strega che dà il nome e sponsorizza tale premio letterario fin dalla sua nascita. Conoscete qualcuno che lo beve? Da anni lo vedo esposto nei bar e negli scaffali dei supermercati (già: lo Strega è legale, la marijuana no), ma: né mai ho visto qualcuno berlo al bar (va be', non sono un assiduo frequentatore di bar), né qualcuno metterlo nel carrello della spesa - e questo neanche nei luoghi ad alta densità di scrittori. Ma, forse, la mia è un'impressione sbagliata, dettata soltanto dal fatto che, a parte vino rosso e un po' di birra, non bevo altri alcolici.
¹A proposito di Calearo: non si è ancora dimesso? Eppure lo aveva promesso e sembrava così determinato a non farlo. Infatti.²O anche finalista.³ Alunna: «Maestro, Giuseppe mi ha fatto il dito medio». Maestro: «E tu mostragli l'anulare».