Alcuni fumogeni sono stati accesi davanti alla sede della Regione Piemonte, protetta da un imponente schieramento di forze dell'ordine, mentre molti partecipanti al corteo, dopo aver rovesciato le macerie contenute nelle carriole davanti a un improvvisato cantiere, si sono diretti verso via Po. Inoltre, alcuni ragazzi con cappucci e sciarpe nere hanno lanciato dei barattoli di vernice e uova contro le serrande abbassate della libreria de La Stampa, sede storica del quotidiano torinese. Il gruppo ha urlato slogan contro giornalisti e forze dell'ordine prima di tornare a sfilare verso piazza Castello.
"Nonostante la pioggia, ancora una volta siamo tantissimi", ha detto lo speaker del corteo pochi minuti dopo la partenza. "Lo diciamo al Procuratore antimafia - ha continuato parlando dietro uno striscione con la scritta 'Il No Tav non s'arresta' - si è schierato dalla parte dei mafiosi e ha incarcerato 32 di noi", riferendo un numero di persone sbagliato: dall'inchiesta ne risultano 26. "Li vogliamo liberi, liberi tutti, liberi subito", ha continuato lo speaker.