-seconda ed ultima parte-
Cotasi –Kotasi
Secondo Erodoto i Lidi, per trastullarsi, usavano oggetti chiamati cotasi (kotasi in albanese). Tali oggetti sono stati rinvenuti anche nella tomba di una donna etrusca.
Oggetti per lo svago: cotasi. In lingua albanese abbiamo: sende koti (oggetti inutili), punë koti (lavoro inutile). Troviamo anche kotasi con il significato: in maniera inutile.
Munth
MUN, MUNTH; latino mundus.
Gli etruscologi spiegano: nel punto esatto in cui doveva sorgere il centro di una nuova città gli Etruschi scavavano un buco molto profondo, quasi un pozzo. Questo buco serviva da collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei morti. In un secondo momento, lo scavo veniva coperto con mattoni di pietra ed era chiamato “la porta delle fatiche”, oppure, come dice Varrone, “la porta dell’inferno”.
I latini chiamarono questo buco mundus, parola che acquisirono dagli Etruschi.
Gli Etruschi: MUNO=Munth.
In albanese abbiamo: MUND, MUN (fatica).
Vegoia
Vegoia era una profetessa etrusca che comunicava al popolo le decisioni di Giove riguardanti la giustizia.
In albanese abbiamo:
1.VEGOIA: VEGOJ, VEGIM (visione).
2.VEGOIA: colei che mette in bocca, colei che parla.
Secondo una tradizione latina, la profetessa comunicò le decisioni di Giove con questo discorso: Sapete che il mare è diviso dalla terra. Giove considera di sua proprietà la terra di Etruria, ed ordina che il terreno venga misurato e che i villaggi debbano avere confini. E, visto che egli sa bene che la terra suscita bramosia negli uomini, desidera che ogni terreno sia delimitato esattamente tramite i segni di confine… chi sposta le pietre di confine, sarà condannato a morte.
Il concetto delle pietre di confine lo troviamo anche nei costumi del Nord Albania, nelle leggi di Dukagjin.
Lucumon-Lukumon
Gli Etruschi chiamavano il loro leader lucumon. In albanese abbiamo: LUKUNI: folla di gente, branco di lupi. Partendo dal significato albanese della parola lukuni, la parola etrusca lucumon ci ricorda il leader, il comandante che guida la torma, il branco.
For-Foro
Il re etrusco Tarquinio Prisco costruì a Roma un sito dal quale aveva la possibilità di parlare con il popolo. Questo posto si chiamava For. Forse la parola etrusca for nasconde la parola albanese fol (parla, parlare) ?
Hasta
Una delle classi dell’esercito del re etrusco Tarquinio Prisco si chiamava HASTA. Gli autori antichi spiegano che gli elementi che formavano l’esercito etrusco provvedevano da sé per l’armamento. Proprio dall’armamento, che dipendeva dalla posizione sociale degli appartenenti alla classe, derivava il loro nome. HASTA si pronuncia anche HASHTA, che ci riconduce alla parola albanese USHTË-A, (lancia), plurale USHTAT. Dal nome albanese dell’arma USHTË (lancia) deriva il nome del soldato USHTAR.
In lingua sanscrita hasta significa mano.
Sella curules
I re Etruschi, del periodo del regno dei Tarquini a Roma, si sedevano su un trono che chiamavano sella curules, parola che più tardi fu usata anche dai Romani. Sella curules si usa anche oggi per indicare un particolare trono in cui era solito sedersi un uomo importante. Questa espressione si considera latina, anche se gli stessi Latini hanno ammesso nei loro testi che era stata tramandata dagli Etruschi.
In questa frase è interessante la parola curules, che è molto simile alla parola albanese kur ulesh (dove ti siedi). Ora, sella curules, nella lingua albanese, si traduce con l’espressione shala kur ulesh (la sella dove ti siedi).
Hister
Titio Livio dice: nella lingua etrusca “attore” si dice hister.
Hister, hishter, hiqtar, in albanese si traducono “colui che fa finta”.
Cur-Kur
Ogni città etrusca era divisa in cur.
In albanese esiste kur-i im che significa “la mia proprietà”, in un gioco per bambini. Troviamo anche kur con il significato di dividere dentro una parentela. Abbiamo anche kurth (trappola), e kurm, che significa corpo. In sanscrito carma significa corpo.
Brano liberamente tratto dal libro Një shqiptar në botën e etruskëve dell’autore Ilir Mati
COMMENTI (1)
Inviato il 23 dicembre a 18:17
flm per perkthimin dhe interesin tuaj. E kam shkruar ate liber, si edhe librin e sapodale ne drite "Stela e Lemnos" nga Shtepia Botuese e Librit Shkollor e Re si pasoje e shenimeve te mia gjate udhetimeve ne kerkim te shkrimeve te vjetra te quajtura paragreke te Mesdheut, ku me trasten e shqipes ne krahe jam zbavitur pa mase.