alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 17.02.13

Creato il 17 febbraio 2013 da Plus1gmt

Andrea Sarubbi, “Pensavo fosse amore“: Non sono l’esegeta del presidente Napolitano, ma le sue parole a Washington contro chi prima ha sostenuto Monti e ora rinnega tutto mi hanno fatto venire voglia di rileggermi un po’ di resoconti parlamentari. Che provocano uno strano effetto, devo dirlo, alla luce di questa campagna elettorale: prima di finire a colpi di invettive reciproche, con l’uno definito “la più grande delusione” e gli altri bollati come “cialtroni”, infatti, il rapporto tra il Pdl e Monti aveva vissuto almeno tre fasi, perfettamente fotografate dai dibattiti in Aula.

Gad Lerner, “Vendola: sui diritti dei gay la vera malattia è l’ignoranza”: Ecco il dialogo con Nichi Vendola sui diritti dei gay, la possibilità di introdurre le nozze omosessuali in Italia e la polemica con il sindaco Alemanno sull’omofobia a Roma.

Wu Ming, “Beppe Fenoglio 50 anni dopo. «Appunti orali» tratti da un’intervista”: Non saprei dire perché Fenoglio non sia citato con la stessa frequenza di altri, nelle interviste si citano spesso Pavese e Calvino, si cita Sciascia… Forse Fenoglio ci è rimasto impresso per motivi che hanno a che fare con l’epica, al fondo i romanzi di Fenoglio sono romanzi d’avventura, Dante Isella diceva che Il partigiano Johnny è come Moby Dick, forse è quell’afflato lì che ci ha colpito. Per noi l’avventura non è solo intrattenimento, è una modalità di intervento nel reale, non solo permette di veicolare contenuti che in altri modi sarebbero meno veicolabili, ma (soprattutto!) fa emergere la pulsione a immaginare un mondo diverso, l’avventura serve a quello, ha sempre un connotato di utopia.

Fabrizio Goria, “Altro che noia, il Sanremo di Fazio fa furore”: Quello che doveva essere il Festival dell’austerity (vedi il bilancio tagliato del 10%) è stato invece quello della buona musica. Dopo le performance di Asaf Avidan, di Stefano Bollani e di Caetano Veloso, sono arrivate quelle di Daniel Harding e di Lutz Forster. Erano anni che Sanremo non prendeva una piega così sfacciatamente jazz. Meglio così. Soprattutto, per fortuna che le sterili polemiche del primo giorno, in cui Maurizio Crozza fece il suo classico repertorio, hanno lasciato spazio a quello per cui Sanremo è nato: le canzoni.

Canzone del giorno
Azealia Banks – Harlem Shake



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