alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 22.06.15

Creato il 22 giugno 2015 da Plus1gmt

abbiamo le prove, “Ma io le labbra me le sapevo truccare”: La matita deve essere buona, almeno 30 euro. Si disegna il contorno, e poi si colora dentro, come una campitura omogenea. Bisogna andarci leggere, calcare sarebbe facile, ma il colore diventa troppo pesante. Allora bisogna toglierne un po’, ma senza strofinare. Meglio passare un lucidalabbra e poi baciare più volte un fazzoletto. Il colore va via morbidamente e lascia le labbra colorate e asciutte per ore. Anche se si danno un paio di “finti baci”, la matita resiste, non come il rossetto che si appiccica sul fard delle altre o sulle guance degli uomini.

Christian Raimo, “L’analfabetismo politico di Matteo Salvini”: “Ruspa!” è la versione che mette insieme il me ne frego fascista e il vaffa grillino, riuscendo ad accumulare l’energia malsana dell’antipolitica in una parola d’ordine che non è nemmeno uno slogan ma un singulto primitivo.

Fabristol, “Non chiamate vostro figlio Andrea… in UK”: Un mio collega di nome Andrea quando si presentò nel suo futuro laboratorio di ricerca destò non poca delusione. Tutti si aspettavano un’avvenente ricercatrice mediterranea. Andrea infatti è un nome maschile SOLO in italiano e albanese. In tutte le altre lingue è femminile. Stessa sorte per i poveri cristi che si chiamano Nicola. Ma passiamo al gruppo di nomi maschili italiani che finiscono con la E: Daniele, Gabriele, Michele, Simone, Emanuele. Sfortunatamente tutti questi nomi sono molto simili agli equivalenti femminili Danielle, Gabrielle, Michelle, Simone e Emanuelle e spesso in alcuni paesi anglosassoni sono scritti esattamente come in italiano.

The New Yorker, “From Columbine to Charleston: Will America Ever Learn?”: In the wake of last week’s events, attempts to confront racial bigotry need to be renewed and intensified, with particular attention being paid to right-wing groups that propagate hatred on the Internet and elsewhere. But the historic battle against racism and racial subordination shouldn’t distract from the other pressing policy issue at hand. On the death certificates of eighty-seven-year-old Susie Jackson, seventy-year-old Ethel Lance, and the rest of the victims, the cause of death won’t be listed as racism: it will be gunshot wounds. Roof’s despicable views didn’t kill anybody: the weapon he used was a .45 mm Glock handgun, which, according to the police, he bought at a local gun store.

Il Deboscio, “I magneti da frigo di Minimum Fax”: Da oggi darsi un tono è più facile grazie ai nuovi magneti da frigo di Minimum Fax. Un set di 8 fantastici magneti dedicati ai loro grandi successi! Abbiamo Foster Wallace, Yates, Carver, Egan, Vonnegut, Christian Raimo, Saunders e Bender. Collezionali tutti!

minima&moralia, “Il ladro di marmellata. In memoria di Remo Remotti”: Remotti è un monumento di se stesso, ridotto a fare serate, a urlare e declamare poesie per due spicci nelle vinerie, Nessuno lo ferma. Il pudore della distanza non esiste, si accetta qualsiasi cosa da Remotti che come una fontana rotta non sa contenersi. Roma è spietata nella sua indifferenza, per le rovine c’è sempre posto. Forse è il contrappasso per aver scritto un inno alla fuga da Roma “Mamma Roma addio” (una delle pagine più belle della sua biografia poi diventata canzone radiofonica), una toponomastica sapiente e stratificata (chi saprebbe oggi rifarla?) da cui prendere le distanze.



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