Massimo Fiorio, “tema: HO SOGNATO UNA ROCKSTAR. svolgimento:”: La cena che ha preceduto il sogno che sto per raccontarvi s’è svolta al Mom (un posto che non frequentavo dal 2006, ovvero dalle serate milanesi durante la registrazione del primo disco dei Canadians): un bloody mary, qualche pizzetta e poco altro. E infatti non ho visto mostri giganteschi durante il sonno e non mi sono gettato dal tetto di un palazzo (una cosa che faccio molto spesso, nei sogni). Che peccato.
Osservatori esterni, “Stiamo finendo l’evidenziatore”: Vero che è un po’ un’esagerazione, ma fate finta che nella vita, in tutta una vita, non si abbia altro che un solo evidenziatore. Una sorta di grande Stabilo Boss (a me piaceva quello di un imprecisabile color salmonide) con il quale rimarcare le cose rimarchevoli, per l’appunto. Ecco, a mio modo di vedere lo stiamo già finendo. Non siamo arrivati nemmeno al giro di boa, che già lo stiamo finendo.
Web E Conoscenza, “Accumulatori seriali”: Gli ‘accumulatori seriali‘ sono quei personaggi che scalano le classifiche dei vari social per raggiungere un numero di follower sufficiente per bullarsi con gli amici o con i datori di lavoro (don’t forget che un buon Social Media Manager da il meglio di se in qualità, non in quantità). Il loro comportamento lo noti subito. Su Linkedin usano la solita frase preconfezionata: ‘Sei una persona di cui ho piena fiducia: vorrei quindi invitarti ad entrare a far parte della mia rete‘. Indovinate un po’ quale trattamento riservo a tali richieste, non è difficile dai
Prima O Poi L’amore Arriva. E T’incula, “i 5 baci dei miei figli”
Un Bit Al Giorno, “Beatitudini moderne”: Beati i poveri di competenze e conoscenze perché non saranno emarginati. Beati gli adulatori di chiunque perché otterranno anche ciò che non meritano. Beati i miti, ma molto miti perché faranno finta di non sapere e sentire.
Squonk, “M.”: Volevo essere indipendente, costruirmi qualcosa, e lì non potevo. Così, forse perché uno dei miei due fratelli maggiori era andato in polizia tre anni prima, forse perché in paese i carabinieri li conoscevano e li rispettavano tutti provai ad arruolarmi. Mi presero, passai cinque giorni a Cagliari e poi salii su una nave simile a un galeone di Cristoforo Colombo, ventiquattro ore seduti su una panca di legno in uno stanzone vuoto per arrivare a Civitavecchia, e da lì a Barletta per la scuola allievi, e poi sette anni tra Gorizia e Trieste, che ricordo come quelli più belli della mia vita anche se a quei tempi da quelle parti avere una divisa poteva essere pericoloso, eri nuovo dei posti, Gorizia era divisa in due come Berlino, bastava confondersi e andare a destra invece che a sinistra perché le guardie del popolo dell’esercito jugoslavo che presidiavano il confine ti sparassero addosso: morire perché sei andato a fare pipì dalla parte sbagliata, poteva succedere anche quello.
Claudiappì, “Germogli di soglia”: Insomma, prima di aprire il barattolo ci ho pensato, ho pensato a dove avrei potuto metterlo per dargli le migliori condizioni di vita. Sulla mensola vicino al modem? Su un ripiano della libreria dove non arrivano i gatti? Una volta posizionato, mi sono allontanata per guardarlo da una certa distanza, per vedere con quale angolazione ci sarebbe arrivata la luce. Ed è solo un barattolino di latta con dentro una piantina di peperoncino ancora in forse.
Barbara Sgarzi, “L’italiano dei social media secondo l’Accademia della Crusca”: Sicuramente i social media hanno favorito l’attività della scrittura anche in persone che non avevano questa abitudine; i giovani scrivono molto di più, certo in una varietà di lingua che resta prevalentemente informale e colloquiale. Qui dovrebbero intervenire gli istituti formativi, la scuola, l’università: bisognerebbe riuscire a rendere tutti pienamente consapevoli che ci sono vari livelli di formalità e che la lingua può essere impiegata in modo diverso a seconda della situazione comunicativa in cui ci troviamo ad agire.
Canzone del giorno
Elbow – New York Morning