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…alcuni motivi per cui odio il Natale

Da Zirconet @zirconet

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  • Dover tirare fuori dalla naftalina la tua faccia “Oddio che sorpresa” da indossare mentre scarti il suo regalo insulso e inutile (tipo il tirapelucchi di Dulce&Gabana, in più contraffatto made in china) mentre  a tua volta le hai regalato uno smartphone con gli Swarovsky  (anch’esso made in china, ma a te ti è costato un botto): nel caso ricordarsi di contare fino a dieci provando a ricordare i nomi delle renne di babbo natale in italiano - Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido – e in inglese - Comet, Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Donder, Blitzen, Cupid), prima di mandare a quel paese la tirchia alla sua uscita “Oh, ma bastava il pensiero…”;
  • Accorgersi che c’è un sacco di gente di cui non t’importa un fico secco che ti intasa la casella di posta con le più idiote mail di auguri, rendendosi presto conto che si tratta delle solite immagini riciclate dall’anno prima (peggio se animate con il sottofondo midi di “jingle rock”) con i quali gli scafati internettiani cercano di scaricarsi l’incombenza di fare gli auguri. A te sembra cosa buona e giusta “vendicarti” girando la missiva a tutti quelli che durante l’anno ti hanno fatto girare le palle, divenendo in pratica anche tu uno dei tanti dannati spammatori festivi. Quei pochi che avranno dimenticato il tuo indirizzo mail saranno stimolati a importunarti festosamente a mezzo social network;
  • Capita che persone di cui non t’importa un fico secco ha la bella idea di farti un regalo. A te non ti è passato manco per l’anticamera del cervello di metterli nemmeno all’ultimo posto della tua lista dei regali, per cui non ti rimane che fare la faccia più imbarazzata del tuo repertorio e scegliere tra le due opzioni disponibili: a) “Scusami, ma io non ti ho fatto niente…”, opzione scelta dai pochi onesti rimasti sulla faccia della Terra; b) “Mannaggia, il tuo l’ho dimenticato a casa” giusto per prendere tempo e precipitarti a casa per riciclare una schifezza qualunque tra quelle appena ricevute a nostra volta, opzione questa scelta dalla maggior parte degli esseri umani civili;
  • Andare alla messa di Natale, pena la scomunica familiare. In chiesa ovviamente ti tocca sedere vicino a uno stuolo di infedeli della peggior specie – ricchi, impellicciati e tracotanti – che fa bella mostra di sé di fronte alla cittadinanza tutta. Ascoltare la lettura del vangelo con davanti agli occhi un simile spettacolo, avrà l’ovvio effetto di allontanarti di un altro metro abbondante dalla via della tua redenzione;
  • In tre giorni mandi a puttane tre mesi di rigorosa dieta, costata atroci sofferenze e rinunce che nemmeno Gandi quando era in vena. Inutile provare a far finta di sbocconcellare qua e là cercando di non sforare il limite delle diecimilacalorie che ti sei parsimoniosamente dato:  dolciumi e cibarie ti verranno a cercare ovunque;
  • Ogni Tg che si rispetti prevede i consueti servizi su: gare assurde di gente vestita/svestita da babbi natale da tutto il mondo, le nuove statuette del presepe napoletano (in base al politico in voga), consigli sulle ricette di piatti natalizi che ti “fanno peso” solo a guardarle in televisione;
  • Non fai in tempo a mettere il naso fuori di casa che qualcuno ti fa gli auguri. Come in “Carramba che sorpresa” ti ritrovi a stringere la mano al compagno delle elementari che non vedevi fa trent’anni che compare all’improvviso nel tuo supermercato. E che dire del  vicino che non ti saluta dal natale dell’anno precedente;
  • La gara per l’albero meglio decorato fino al tracollo del vegetale con doveroso intervento dei pompieri per spegnere il relativo incendio. Le abbacinanti intermittenti luminarie che guardi domandandoti schiettamente l’entità della bolletta dell’Enel, sono superati in idiozia solo dall’esercito di innocenti babbi natale arrampicatori che vengono appesi a finestre e balconi: sembra che tutti li detestino, ma ogni anno, chissà perché, ne spuntano sempre di nuovi;
  • Vengono organizzate le indimenticabili cene prenatalizie aziendali nelle quali sei costretto a stare al tavolo con alla destra il tuo odiato direttore-schiavista e alla sinistra la tardona dell’amministrazione che ha rispolverato la minigonna verdone che a fatica contengono le sue tracotanti abbondanze. Così sempre sorridente (ci vorranno due o tre giorni per recuperare il corretto utilizzo dei muscoli facciali) passi il tempo ad augurarti che l’odiato dittatore soffochi ingoiando un’oliva o che gli vada di traverso la lisca dell’orata: a qual punto ti alzerai e ricorderai a tutti che spetta alla tardona procedere con la respirazione bocca a bocca.

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