Aldo Moro doveva morire

Genny Sangiovanni vedi altri articoli 09 novembre 2013 12:15 2 Flares Filament.io Made with Flare More Info'> 2 Flares ×

Il programma Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24 ha intervistato lo scorso 30 Settembre Steve Pieczenik, il quale ha rilevato fatti sconcertanti: «Quando sono arrivato in Italia c’era una situazione di disordine pubblico: c’erano manifestazioni e morti in continuazione.

Se i comunisti fossero arrivati al potere e la democrazia cristiana avesse perso, si sarebbe verificato un effetto valanga. Gli italiani non avrebbero più controllato la situazione e gli americani avevano un preciso interesse in merito alla sicurezza nazionale. Mi domandai qual era il centro di gravità che al di là di tutto fosse necessario per stabilizzare l’Italia. A mio giudizio quel centro di gravità si sarebbe creato sacrificando Aldo Moro».

Pieczenik nel 1978 era sia consulente in materia di terrorismo del Dipartimento USA nonché membro del comitato di crisi istituito dall’allora ministro dell’interno Cossiga. L’intervistato rivela l’esistenza di una “manipolazione strategica al fine di stabilizzare la situazione dell’Italia” riferendosi al rapimento e alla successiva uccisione di Aldo Moro.

L’obiettivo strategico era uccidere Aldo Moro ma Pieczenik era preoccupato che «le BR si rendessero conto dell’errore che stavano commettendo, con il rapimento, e che liberassero Moro, mossa che avrebbe fatto fallire il mio piano. Fino alla fine ho avuto paura che liberassero Moro».

Mentre Moro scontava i giorni da rapito, il consulente discuteva “quotidianamente, anche più volte, con Cossiga” il quale “capì subito che il problema non era solo legato alla ‘persona’ Moro ma che doveva affrontare una crisi dello Stato, che avrebbe dovuto ‘stabilizzare’ l’Italia”.

Pieczenik durante l’intervista afferma anche di essere stato “costretto a sminuire la posizione ed il valore dell’ostaggio” per poter incidere al meglio sulla situazione fino a suggerire a Cossiga di “screditare la posta in gioco” e di raccontare anche che le ultime lettere mandate da Aldo Moro non erano veramente scritte da lui.

Dall’intervista emerge anche che durante quei 40 giorni il Vaticano propose di raccogliere 10 miliardi di lire per riscattare Moro ma il riscatto non venne pagato, infatti “in quel momento stavamo chiudendo tutti i possibili canali attraverso cui Moro avrebbe potuto essere rilasciato”. L’intervistato ci tiene a precisare che questa forma di accanimento “non era per Aldo Moro in quanto uomo: la posta in gioco erano le Brigate rosse e il processo di destabilizzazione dell’Italia”.

Appare chiaro che Moro era la pedina giusta da sacrificare “attorno al quale ruotava la salvezza dell’Italia”.

Fonte | Il Sole 24 Ore

Profilo di Genny Sangiovanni

Nata nel 1987 e ormai pronta a partire per qualsiasi viaggio e/o conquista anche solo metaforica. Laureata precaria, quindi alla moda! Mi muovo per capire dove andare.

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