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Aldo Moro: opera tragica in un atto

Creato il 28 febbraio 2011 da Zarizin

Aldo Moro: opera tragica in un attoIl 12 marzo in Cattedrale prima italiana  di “Aldo Moro”, opera tragica in un atto centrata sulla figura dello statista assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978, di cui Ongaro ha scritto il libretto, e il maestro Andrea Mannucci, docente al Conservatorio di Verona, la musica. La tragedia è prodotta e messa in scena dalla compagnia Opéra de Poche, con cui Ongaro e Mannucci avevano già collaborato per Kiki de Montparnasse.
“Il Moro che ho elaborato nel mio libretto – afferma l’autore – è trasposto dalla cronaca e dalla Storia nell’ambito sacro della tragedia greca classica, per restituire al teatro cantato la sua funzione significatrice e trascendentale». Per questo Moro, nella sua prigionia, si trova a dialogare con l’Angelo, Cassandra e il Coro.
Ci troviamo a trattare qualcosa di più della pur complessa vicenda umana e civile di Aldo Moro. Siamo di fronte all’incarcerazione e alla morte di un uomo pubblico, un individuo accomunato ai molti nell’intima speranza di salvezza. Stiamo parlando di un agguato, ma altri ce ne sono stati prima. In un attimo ci troviamo sbalzati indietro di secoli e all’agguato si accosta la cicuta, veleno ingurgitato da Socrate”.

Moro è visto nella solitudine angosciosa del covo delle Br, mentre duetta con un soprano-Cassandra e un tenore-Angelo che rappresentano rispettivamente la cultura laica e quella religiosa: «Tutto stilizzato come in una tragedia classica – dice Ongaro -. Diciamo che abbiamo fatto il contrario di quel che va di moda oggi a teatro, dove si danno ambientazioni contemporanee a vicende classiche, tipo l’Eracle-agente di borsa che ho appena visto alla Comédie-Française. Noi invece prendiamo un fatto storico e ne facciamo una tragedia classica. Come, del resto, ha fatto Bellocchio nel suo film». L’elenco delle fonti di Ongaro è impegnativo: «Le lettere dello statista, il libro di Miguel Gotor sulla sua vicenda e la Nascita della tragedia di Nietzsche». Prima le parole e poi la musica: «L’inizio è violento – così Mannucci racconta la sua partitura -. Ma man mano che Moro accetta la sua sorte la musica sembra piegarsi su se stessa». Soggetti contemporanei per l’opera contemporanea: moda o necessità? Mannucci non ha dubbi: «Necessità, anche di recuperare un ruolo “sociale” che noi compositori di oggi abbiamo perduto. E di dare dei contenuti alla musica che scriviamo».

Marco Ongaro: debutta come cantautore, vincendo il Premio Tenco per la migliore opera prima. In seguito si dedica alla poesia e soprattutto al teatro, per cui scrive parecchi testi, oltre che libretti per opera lirica. Per maggiori informazioni:  http://www.marcongaro.com/bio.htm

Andrea Mannucci: compositore, pianista e direttore d’orchestra. E’ autore di diverse opere liriche e composizioni per il teatro. Maggiori informazioni: http://www.andreamannucci.it/

Fonti: http://www.cattedralediverona.it/Concerti%20e%20manifestazioni.html

 


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