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Aldrovandi, la dura sentenza che dissipa i dubbi

Creato il 31 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Aldrovandi, la dura sentenza che dissipa i dubbi

Il giudice Daniela Magagnoli ha depositato le motivazioni della sentenza d’appello sul caso Aldrovandi che il 10 luglio ha confermato per quattro poliziotti la condanna a tre anni e mezzo per omicidio colposo. Il documento è severo e inchioda non solo Paolo Forlani, Enzo Pontani, Monica Segatto e Luca Pollastri, ma anche la Questura di Ferrara per il tentativo di insabbiamento. Quello che segue è riportato quasi testualmente.

La notte del 25 settembre 2005, gli agenti misero in atto una manovra di arresto, contenimento e immobilizzazione condotta con estrema violenza e con modalità scorrette e lesive, come se volessero punire Aldovrandi per il comportamento aggressivo tenuto nel corso della prima colluttazione. L’intervento si è trasformato in un autentico pestaggio, in una condizione di violenza gratuita assolutamente vietata dalle regole. 

Alla morte del 18enne sono seguite attività di falsificazione e distorsione dei dati probatori ordite dai superiori dei quattro agenti. Tuttavia questo non deresponsabilizza gli imputati che, in quanto pubblici ufficiali, privi di precedenti disciplinari, sono portatori di un ben diverso onere di lealtà e correttezza processuale che avrebbero dovuto portare un contributo di verità.

La loro condotta, invece, è stata improntata alla violenza ingiustificata prima e alla dissimulazione del vero, pilotata dai vertici della Questura di Ferrara. Sulla graticola anche la pm Maria Emanuela Guerra, la prima a investigare sul caso: infatti il giudice, nelle 233 pagine, sottolinea che le indagini preliminari sono iniziate nella sostanza solo vari mesi dopo i fatti e in seguito alla sostituzione del procuratore.

L’avvocato Bordoni ha annunciato ricorso in Cassazione, pur ritenendo innegabili gli eventi. Nell’ultimo grado di giudizio, si tenterà di stabilire con esattezza chi dei poliziotti ha avuto la responsabilità maggiore nella morte del giovane, cercando di ottenere peni più lievi per gli altri.


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