• Alice Ayres fu una donna che sacrificò la propria vita per salvare quella di tre bambini da un incendio. Trovandoti in una situazioni simile, cosa faresti?
Non penso di essere una persona particolarmente eroica, di certo farei di tutto per salvare gli altri ma non al punto da sacrificare la mia stessa vita. Se dovessi definirmi forse userei una definizione tipo ‘egoisticamente generosa’.
• Sei stata nominata ai Macchianera Blog Award, traguardo abbastanza significativo, per il miglior post. Da cosa ti fai ispirare dunque quando scrivi un post ? Quali sono le sensazioni che speri di trasmettere agli altri ?
Chi legge il mio blog sa che sono particolarmente incostante, non lo aggiorno regolarmente né seguo alcun genere di schema, specie per quanto concerne gli argomenti trattati. Per me un blog è un canale di sfogo che serve a elaborare le emozioni più impetuose, non importa se positive o negative. Quando qualcosa mi commuove, mi turba o mi fa battere il cuore, sento l’esigenza di condividere i miei pensieri. Non scrivo con lo scopo di suscitare qualche reazione, penso semplicemente che là fuori ci siano molte altre persone che hanno vissuto esperienze simili alle mie e mi fa piacere che possano ‘ritrovarsi’ nelle mie parole (e io nelle loro).
• In un mio precedente post ho scritto “Nel momento esatto in cui capisci di poter stare da sola, allora e solo allora puoi veramente condividere la vita con qualcuno.” Cosa pensi dunque dell’indipendenza individuale in relazione al rapporto di coppia ?
Guarda, uno dei miei tweet più retwittati parlava proprio del fatto che una coppia, per funzionare, ha bisogno di essere formata da due persone in grado – appunto – di funzionare in primis da sole. Credo che la base di una relazione sia il rispetto delle individualità di chi ne prende parte: solo così ci si può confrontare, stimare e migliorare a vicenda. Personalmente non potrei mai stare con un uomo intenzionato a cambiarmi, né tanto meno al fianco di una persona incapace di stare da sola.
• Cosa significa per te “essere donna”? Alcuni ci vedono come principesse da salvare quando ormai solo poche di noi lo sono rimaste; altri considerano il matrimonio e la filiazione la massima aspirazione di un’ essere femminile. Cosa in particolare fa sentire te femminile ?Per me la donna è un essere poliedrico in continua evoluzione. Detesto chi crede che ‘femmina’ sia necessariamente sinonimo di ‘delicatezza’: siamo persone con tante doti, non possiamo essere ridotte a un ideale anacronistico e svilente.Personalmente non ho mai creduto nell’istituzione del matrimonio e inoltre per ora non desidero figli (mai dire mai però! ), ciò che mi fa sentire femminile non ha quasi nulla a che vedere con i buoni sentimenti. Mi sento donna nel sesso, anche (e soprattutto) quando è ‘primitivo’ e ben poco dolce. Mi sento donna quando viaggio da sola per il mondo senza dovermi affidare a nessuno. E soprattutto mi sento donna quando parlo con le amiche e capisco i loro dolori: abbiamo un modo tutto speciale (e per alcuni versi insostenibile) di soffrire, ed è questa intensità che ci rende uniche.
• Dici di credere nella libertà di espressione e di essere libertina, due caratteristiche che molto spesso fanno rabbrividire i terzi perché, secondo credenze comuni, “una signorina non pensa/dice/fa certe cose” . Come ti rapporti con questi uomini/donne rivolti ancora al passato ?Solitamente li derido senza troppi giri di parole, insomma li provoco. È assurdo che nel 2012 (anzi quasi 2013) la mente di molte persone sia ancora permeata di bieco perbenismo. Certe persone non cambiano, ma nemmeno io, quindi mi concedo il divertimento di ridere di loro (specie in virtù della mia libertà di espressione).
• Manda infine un saluto sia ai miei che ai tuoi lettori !Vorrei semplicemente ringraziare tutti coloro che – leggendo o scrivendo in rete – danno ancora alle parole la fondamentale importanza che meritano.