Aleksander Gierymski: Autoritratto
Aleksander Gierymski, uno dei più illustri rappresentanti del realismo, precursore degli esperimenti luministici e coloristici nella pittura polacca della fine del XIX secolo, nacque a Varsavia nel 1850 e morì a Roma nel 1901. Nei suoi quadri si vede il fascino della luce, che l’artista cercava di cogliere nella sua essenza e di mostrare con mezzi pittorici sulla tela. Aveva un carattere particolarmente difficile, era irruente, pedante, di scarsa autostima, soggetto a improvvisi mutamenti di umore. Fumava molto. Lavorava e dormiva nel suo atelier. A quanto pare spalmava il colore sulla tela con le dita. Artista di grande caratura e al tempo stesso figura tragica. Subordinava completamente la sua vita privata all’arte, non si creò mai una famiglia e fino all’ultimo restò un solitario. Consumandosi intimamente alla ricerca di un vago miraggio di ideale artistico, terminò la sua vita in uno stato di estremo esaurimento fisico e psicologico. La sua morte in un ospedale psichiatrico romano fu il compimento del suo destino di uomo sensibile, dotato di grande personalità, ma incompreso e non apprezzato dalla società.
Nel 1871 Gierymski si recò in Italia (Venezia, Verona) con il fratello Maksymilian, anche lui pittore, e il contatto diretto con la pittura rinascimentale italiana esercitò un’influenza notevole sul carattere della sua creazione giovanile. Negli anni 1873-79 soggiornò prevalentemente a Roma.
Il suo ritorno a Varsavia all’inizio del 1880 coincise con la fine del periodo delle ricerche e degli esperimenti giovanili e con la scelta di una nuova tematica dei suoi lavori. L’artista rinunciò definitivamente alla pittura di eleganti scene delle epoche passate e rivolse la sua attenzione alla vita quotidiana nei quartieri più poveri e trascurati di Varsavia. Giustamente celebre, ad esempio, è il bellissimo quadro “L’ebrea con la arance”. In esso vediamo una vecchia ebrea vestita poveramente con la cuffia in testa e un grande scialle. Sulle braccia due ceste di arance. Sullo sfondo i tetti sfumati di Varsavia. La donna ha un’espressione grave. Le guance sporgenti e le rughe accentuano la sua tristezza e fragilità. Le arance fanno da contrasto alla figura femminile, con il loro colore riferito alla vita, al calore, al clima meridionale.
Nell’inverno del 1884 il pittore si recò a Vienna per curarsi (già allora soffriva di nevrosi, che sul finire della sua vita si trasformò in una grave malattia mentale). Nel 1890 si recò a Parigi, dove per la prima volta in modo tangibile entrò in contatto con la pittura degli impressionisti, che lasciò una significativa impronta nei suoi esperimenti nel campo della luce e del colore. Nel 1894 Gierymski lasciò la Polonia per sempre e negli ultimi anni viaggiò molto. Dall’autunno del 1897 visitò soprattutto le città italiane, tra cui Venezia, Palermo, Amalfi, Roma e Verona.
Sono felice di poter presentare ai lettori del mio blog questo pittore polacco così legato all’Italia, eppure sconosciuto alla maggior parte degli Italiani.
(C) by Paolo Statuti
Ecco alcuni quadri di Aleksander Gierymski
Amalfi
Case sul canale
Piazza Wittelsbachow a Monaco di notte
Sera sulla Senna
Mare
Il gioco della mora
Osteria romana