Camminando in questi giorni per le strade di Roma, e vedendo affissi tanti bei cartelloni elettorali che traducono in cifre il lavoro alacre di Alemanno Gianni, mi vien voglia di cantare questa vecchia canzone di Giorgio Gaber:
Com'è bella la città com'è grande la città
com'è viva la città
com'è allegra la città.
Piena di strade e di negozi e di vetrine piene di luce con tanta gente che lavora con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi coi magazzini le scale mobili coi grattacieli sempre più alti e tante macchine sempre di più.
Mentre sto allegramente cantando, la mia curiosità viene attratta da questo cartellone:
* Senza dubbio l'AléMagna per ottenere questa cifra tonda (Notare: 5000 esatti, né uno in più né uno in meno) ha dovuto far depennare dal conteggio i camerati, gli amici dei camerati, le mogli dei camerati, i mariti delle camerate, i cugini nipoti zii e altri parenti affini degli amici degli amici dei camerati...
Ora sì che i conti tornano e noi possiamo continuare a cantare:
I'm singing in the rainJust singing in the rainWhat a glorious feelin'I'm happy againI'm laughing at cloudsSo dark up aboveThe sun's in my heartAnd I'm ready for loveLet the stormy clouds chaseEveryone from the placeCome on with the rainI've a smile on my faceI walk down the laneWith a happy refrainJust singin',Singin' in the rain(Singing In The RainDon Lockwood)