E non dite che alle “autorità” non piace la storia, con qualche preferenza per quella più recente o quella romana. Il sindaco in attesa di realizzare una fantasiosa stazione sciistica o termale sui rifiuti della capitale, ha deciso di creare una spettacolare e realistica rappresentazione dell’amata teoria degli “opposti estremismi” facendo combaciare perigliosamente la manifestazione dei ragazzini delle medie con i fascisti picchiatori xenofobi e razzisti di Casa Pound.
Non c’è da stupirsi se un delinquentello nutrito dai miti della romanità nelle varie scansioni temprali, tanto frustrato da alimentare la sua pochezza di uomo e di amministratore, con le amicizie pericolose di banditi della Magliana e esegeti dell’ideologia nazista, tanto, potendo, da metterla in pratica, se ci prova gusto a provocare, con tracotanza criminale, applicando un sedicente regime di equa parità al manifestare democratico, legittimo e desiderabile di studenti, insegnanti e famiglie con le illegali istigazioni al fascismo di Casa Pound.
E non c’è da stupirsi se le altre autorità competenti hanno concesso l’autorizzazione alla mefitica presenza in piazza dei “fascisti del terzo millennio”, promossa da Casapound che da un mese, ormai, sta occupando forum, social network e blog, per richiamare quanti più militanti possibili da ogni parte d’Italia.
Si si, l’intento esplicito è quello di creare un clima propizio alla forma più estrema, assoluta e assolutistica di prevenzione – peraltro gradita anche a commentatori cinquantenni invidiosi di quella gioventù ribelle che hanno sprecato nel codardo perseguimento di una brillante carriera, e che consiste nell’evitare le manifestazioni, cosicché si eviterebbero violenze e incidenti.
Ma soprattutto perché così si disabituano i cittadini ai diritti, all’esercizio dell’opposizione e della critica, alla rivendicazione, che è poi il modo più obbrobrioso e repressivo per indurre disaffezione della politica e disincanto della democrazia. Così il Paese è più “attraente” per gli investitori, gli sceicchi, le nuove e le vecchie mafie che gradiscono essere rassicurati sull’arrendevolezza di un bacino di schiavi supini e ricattati, imbavagliati e spaventati.
Italia in marcia, dicono quelli di Casa Pound, Italia marcia diciamo noi, se il regime ha bisogno di loro, se preferisce a quella dei cittadini, la loro “opposizione”: “Sfileremo contro la casta, i tecnici, la finanza, i mercati, contro le banche e contro l’usura”, dicono “per urlare a chi ancora non vuol sentire che il governo Monti non è la soluzione per evitare il fallimento del paese così come Grillo non è la soluzione per cambiarlo. Dimostreremo che ci sono migliaia di lavoratori, precari, pensionati, studenti che non si arrendono al canto delle sirene dell’antipolitica né si lasciano anestetizzare dal mantra moderato: un’Italia in marcia pronta a sfidare la medusa per riprendersi il suo paese”.
Consola che si tratti di slogan che incantano poco: la pagina di Facebook intitolata “Sì al corteo di Casapound”, un appello ai camerati per controbattere all’appello degli antifascisti, peraltro inascoltato, ha raccolto tremila adesioni, troppe per noi, ma poche per un movimento in campagna elettorale che sta effettuando un test sui consensi a una candidatura “istituzionale” alla Regione Lazio, sede privilegiata per l’accreditamento e territorio di scorrerie per criminali comuni, malaffaristi, corrotti e corruttori, insomma per i fascisti del Terzo millennio come di tutti quelli precedenti.
Ma non conforta che l’antifascismo sia rimasto l’unico tabù, ufficialmente depennato da agende di governo e documenti programmatici di candidati a tutti i livelli territoriali. È rimasto l’unico terreno nel quale agisce operosamente quella pacificazione aborrita invece dall’ideologia al potere, che istiga alle divisioni, alla diffidenza, all’inimicizia, all’ostilità.
I cinque “primari” forse si accingono a scaricare Monti, ma si tengono ben stretti i suoi principi, ai quali si attaccano perché sono un utile sostegno alla conservazione del desiderato status quo, al quale fa un gran bene il mantenimento di larghe alleanze senza idee e senza valori, la condizione migliore per svenderci. E’ l’ambiente creato artificialmente da un ceto dirigente che ha adottato la tolleranza indulgente dell’apologia di reato fascista, per legittimare altri reati bipartisan, che ha accreditato come fosse una virtù il vizio di una casa comune aperta a tutti, perché tanto le mura servivano solo a tener lontani dalla politica i cittadini.