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Alesina & Giavazzi: troppe tasse e soldi pubblici mal gestiti

Creato il 27 dicembre 2012 da Linedrive @luciapalmerini
Alberto Alesina, classe 1957, è un economista italiano, professore all'Università Harvard (dove ha conseguito il dottorato), nonché uno tra gli Economisti italiani con maggiore indice di pubblicazioni H-index nel 2012.Francesco Giavazzi, classe 1947, è un'economista italiano (dottorato in economia presso il Massachusetts Institute of Technology - MIT), insegna alla Bocconi ed è un è un regolare visiting professor dello stesso MIT.

Alberto Alesina, classe 1957, è un economista italiano, professore all’Università Harvard (dove ha conseguito il dottorato), nonché uno tra gli Economisti italiani con maggiore indice di pubblicazioni H-index nel 2012.
Francesco Giavazzi, classe 1947, è un’economista italiano (dottorato in economia presso il Massachusetts Institute of Technology – MIT), insegna alla Bocconi ed è un è un regolare visiting professor dello stesso MIT.

di LUCIA PALMERINI

L’intervento di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera, evidenzia i punti critici del programma Monti ed alcune valide alternative alle proposte del senatore a vita.

I due economisti mettono in luce come sia <<necessario ridurre lo spazio che lo Stato occupa nella società>> per poter diminuire la spesa pubblica mentre non sia sufficiente lasciare invariato quello spazio e diminuire il budget a disposizione.

In altre parole, se un settore viene finanziato dallo Stato con un importo pari a 100, non si può pretendere che funzioni con il finanziamento ridotto a 50. Inoltre diventa ancora più impensabile pensare che riesca a funzionare se già era un’area che aveva delle lacune e dei problemi. Per permettergli di funzionare non ci si può limitare semplicemente a razionalizzare il budget a disposizione, come fatto dalla spending-review, ma bisogna mettere mano ad un intervento di ri-organizzazione profondo, concreto e veloce.

Inoltre pensare di ridurre le spese semplicemente sforbiciando a destra e a manca non basterebbe considerando che il taglio necessario è talmente elevato quanto insostenibile.

L’alternativa dei due economisti si basa sullo << spostare il confine fra attività svolte dallo Stato e dai privati>> nell’ottica di una riorganizzazione dei vari settori della nostra economia che vede la presenza dello Stato. Il governo Monti, ha agito invece in direzione opposta, basti pensare al caso  Snam rete gas o alle ipotesi in campo su Alitalia oramai in fallimento.

Dalla sanità, all’istruzione, sono vari i campi nei quali restringere l’attività  dello Stato per poter garantire un servizio migliore e maggiormente efficiente, ovviamente ponendosi sempre nell’ottica dell’equità sociale. Ma Monti sembra proprio voler centralizzare/controllare tutto ciò che lo circondi, e non sembra minimamente intenzionato a ridisegnare confini e servizi, ad eliminare sprechi ed enti inutili, a partire dalle province.

Fossi in lui darei più ascolto a chi professore lo è veramente, con tanto di cattedre di livello internazionale, perché ricordiamolo, Monti ha solo 7 pubblicazioni ed 1 misera citazione, ovvero sconosciuto al mondo accademico.

27 Dicembre 2012



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