Intervista a
Alessandra Moretti, vice sindaco di Vicenza
Può raccontarsi al fine di far conoscere le tappe fondamentali del suo
impegno?
Sono nata a Vicenza il 24 giugno
1973. Sono mamma di Guido e Margherita e nipote di un comandante partigiano che
mi ha trasmesso i valori della libertà, della giustizia e dell'impegno civile.
Esercito il mestiere di avvocato dal 2001 nell'ambito di uno studio legale
associato composto da giovani professionisti. Ho iniziato a fare politica da
quando avevo quattordici anni con l'Associazione Studenti di cui sono diventata
segretaria cittadina dal 1990 al 1993, occupandomi delle problematiche relative
al mondo scolastico e studentesco. Dopo una breve parentesi nei DS, sono
tornata ad appassionarmi alla politica con Romano Prodi e mi sono iscritta al
Pd nel 2007.
Nel 2008 ho partecipato alla
campagna elettorale per il Sindaco di Vicenza sostenendo la candidatura di
Achille Variati, come capolista della lista civica che portava il suo nome.
Sono diventata cosí vicesindaco e assessore all'istruzione e alle politiche
giovanili da maggio 2008. In questi anni mi sono impegnata per restituire alla
scuola un ruolo chiave nella crescita culturale della mia città, ritenendo che uno
sviluppo sostenibile di Vicenza non possa prescindere dalla valorizzazione
degli istituti scolastici di quartiere come luoghi privilegiati di democrazia e
confronto interculturale.
Su questi presupposti ho
istituito un tavolo di lavoro con tutti i dirigenti scolastici della città da
cui é nato il Piano Territoriale Scolastico (PTS) un vero patto educativo
finalizzato ad affermare che le pari opportunità formative degli alunni non
possono prescindere dalle pari opportunità di accesso alla scuola da parte degli
stessi. Dal 2009 faccio parte della Direzione Nazionale del PD dove cerco di
portare la voce degli enti locali attraverso un approccio alla politica
concreto, semplice e non ideologico.
Quali sono state le
motivazioni che l’hanno indotta ad impegnarsi nella politica e nell’attività
amministrativa di Vicenza?
Credo moltissimo nell'impegno
civico e la politica rappresenta per me, prima di tutto, una grande passione.
Sento forte la responsabilità di dare il mio contributo per migliorare la mia
città, i servizi rivolti ai cittadini e la qualità della vita delle future
generazioni.
Perché ha scelto di impegnarsi
nel Partito Democratico in un momento caratterizzato dalla crisi dei partiti e
dall’astensionismo?
Ho scelto di impegnarmi all'interno del partito perchè lo voglio migliorare attraverso il confronto democratico anche con chi non la pensa come me. Credo sia più difficile ma anche più stimolante portare le proprie ragioni e affermare le proprie convinzioni nell'ambito istituzionale di un partito di cui la nostra Carta Costituzionale ne riconosce ed afferma l'importanza. Quali politiche ha realizzato a Vicenza nei settori di sua competenza? Il Piano territoriale Scolastico, che rappresenta un patto tra tutti gli istituti Comprensivi della città, finalizzato a creare pari opportunità formative e di accesso allo studio, valorizzando le scuole di quartiere e favorendo una maggiore mobilità sostenibile. In questo ambito sono state introdotte anche delle misure atte a creare le migliori condizioni di integrazione degli alunni stranieri. Nel 2010 ho aperto il primo Centro per la documentazione pedagogica e la didattica laboratoriale, attivando oltre 60 laboratori didattici e sportelli di consulenza gratuita per i bambini dai 3 anni e per gli adolescenti e i loro genitori. Vi collaborano 100 volontari tra pensionati, professionisti e insegnanti. Un altro tema che mi ha appassionata é stato quello dell'educazione alimentare e ho contribuito a promuovere tra gli studenti e le proprie famiglie, un consumo maggiore di verdura e frutta, attraverso una dieta mediterranea utile ad evitare problematiche di sovrappeso, conciliando anche l'esigenza etica per l'ente locale di evitare gli sprechi di cibo anche grazie alla collaborazione tra alcune scuole cittadine e la mensa per i poveri della città. Tra i primissimi interventi segnalo l'introduzione della City Card, uno strumento elettronico che consente alle famiglie di effettuare on line i tutti i pagamenti dei servizi scolastici. Quali sono i problemi più urgenti da affrontare a Vicenza? La riqualificazione degli edifici pubblici, in un'ottica di tutela dell'ambiente; la realizzazione di alcune tecnostrutture polivalenti a servizio dei quartieri; la prosecuzione con le piste ciclabili per favorire una mobilità sostenibile; misure atte a contenere l'inquinamento dell'aria. Quali sono le specificità di una giovane donna da mettere al servizio della politica e delle città? Credo che, per chi fa politica, l'obiettivo da perseguire sia sempre l'interesse collettivo. Per questa ragione si deve avere anche il coraggio di introdurre delle azioni che non sempre incontrano il consenso della gente. Tuttavia, soprattutto in un momento di grave difficoltà economico e sociale come questo, la politica deve ritrovare la forza di portare avanti delle riforme che abbiano uno sguardo lungo sul futuro e ciò al fine di tutelare quelle generazioni che pagheranno più di tutti l'irresponsabilità e la miopia di una classe dirigente che ha fallito e che oggi il Paese non vuole più. Pierluigi Bersani negli ultimi suoi interventi ha parlato di Pd aperto alla società, ai movimenti ed alle associazioni. Secondo lei quali cambiamenti bisogna avviare nelle articolazioni periferiche del Partito Democratico per realizzare tale strategia? Dobbiamo saper parlare alla società civile e a quel mondo straordinario di persone che quotidianamente fa politica con i propri comportamenti, rispettando la legge e aiutando il prossimo. Dobbiamo costruire una società più giusta perchè oggi sono troppo evidenti le disparità e le diseguaglianze. Non c'è comunità senza equità e solidarietà e noi, come PD, dobbiamo ripartire da qui per riconquistare la fiducia degli elettori delusi. I circoli del Pd che rappresentano il primo anello della catena di partecipazione alla vita politica hanno bisogno di adeguarsi ai cambiamenti che avvengono nel paese e, quindi, al contesto sociale di riferimento? I circoli sono l'espressione più vera e vitale del nostro partito. Ne fanno parte militanti storici che hanno visto nascere il PD e che provengono da esperienze molto diverse (il cattolicesimo popolare, il comunismo, il socialismo), ma che hanno sempre saputo dialogare. I vertici del partito a volte mi sembrano più ingessati e meno pronti al cambiamento di quanto invece sia la base. Non a caso la politica è troppo spesso in ritardo rispetto ai cambiamenti della società.






