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Alessandria è amica dei ciclisti? In teoria sì, però…

Creato il 20 dicembre 2010 da Lapulceonline

Alessandria è amica dei ciclisti? In teoria sì, però…Alessandria è una città a misura di ciclisti? A ben guardare i risultati della classifica, pubblicata lo scorso 15 dicembre dal Corriere della Sera, il nostro centro urbano si trova al 23′ posto, tra alcune delle città italiane che maggiormente hanno investito quest’anno sul mezzo di trasporto a due ruote più ecologico per eccellenza.

Ovviamente il Sindaco Piercarlo Fabbio ha subito colto la palla al balzo, elogiando il lavoro che l’Amministrazione Comunale ha svolto per incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile e che ha comportato lo stanziamento di una cospicua quantità di risorse non solo economiche, ma anche umane. Nel corso di questi mesi sono state pianificate, progettate e realizzate diverse iniziative per affrontare il problema degli spostamenti e della qualità dell’aria. Le soluzioni, che l’Amministrazione ha proposto, sono tutte indirizzate verso un minor impatto ambientale e sociale, in modo da promuovere lo sviluppo di infrastrutture e servizi che favoriscano dei mezzi di trasporto diversi dall’automobile.

Quali sono, concretamente, queste iniziative tanto declamate ed elogiate? Nella lista figurano: l’adesione della città alla “Prima Giornata della Bicicletta”, l’organizzazione della “Prima Settimana della Bicicletta”, la realizzazione di nuove piste ciclabili, di cicloposteggi attrezzati, di 10 postazioni di “bike sharing”, l’istituzione dell’Ufficio Biciclette. A prima vista, dunque, sembra che Alessandria si sia trasformata, nel giro di un anno, da città pericolosa a “isola felice” per gli amanti delle due ruote a pedali. Le cose stanno veramente così? Sicuramente “non è tutto oro quel che luccica” e, nel nostro caso, il cambiamento che l’Amministrazione sta proclamando e sbandierando da tempo, deve essere preso con le dovute cautele. Siamo certi che i 32 chilometri di piste ciclabili, realizzate nell’anno in corso, siano tutte perfettamente a norma e progettate nel pieno rispetto, tutela e incolumità di chi le percorre?

Ci sembra fin troppo evidente che, per costruire una pista ciclabile sicura, non basta tracciare delle righe per terra e piazzare qualche cartello qua e là. Il progetto deve essere molto più ampio e tenere in considerazione altri fattori e altre variabili. Perchè per strada non ci sono solo ciclisti, ma anche auto e pedoni che non cambiano rapidamente mentalità e modi di percorrere i tratti stradali. Infatti i maggiori pericoli per chi si trova su una pista ciclabile derivano dalla mancanza di attenzione e di educazione stradale da parte di pedoni ed automobilisti, che attraversano senza guardare oppure posteggiano in divieto di sosta. E’ inutile asfaltare e pitturare dei marciapiedi per dargli una parvenza di pista ciclabile, se prima non si coinvolgono anche le altre categorie di utenti stradali. E’ senza logica e anche pericoloso, tracciare dei percorsi per velocipedi in vie strette, dal fondo accidentato, nelle quali auto e bici si trovano spesso a stretto contatto.

E’ poco coerente, soprattutto, far apparire Alessandria come un piccolo paradiso per i ciclisti, quando invece i disagi per chi pedala ci sono sempre e di certo trovano ben poca consolazione in “Giornate” o in “Settimane” a loro dedicate. Negli altri giorni dell’anno, quelli di lavoro e delle mille avventure quotidiane, i ciclisti sono realmente tutelati? Di certo, per invogliare ad utilizzare la bicicletta, non basta apporre una segnaletica a tratti azzardata e decantare di aver espanso l’area ciclabile. I pericoli che provengono da auto, pedoni, collocazione non ottimale e rischiosa, fanno sì che gli alessandrini siano poco incentivati ad abbandonare la loro macchina e avventurarsi nella giungla delle due ruote. Eppure, ufficialmente, siamo 23′ in classifica. E’ vero che le cifre hanno sempre il loro fascino, ma hanno anche un difetto: non possono svelare sempre tutto.


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