L’addio di Alessandro Fiori ai Mariposa è stato un tristissimo avvenimento. Non solo perché la sua presenza contribuiva a renderli una delle migliori realtà italiane dell’ultimo decennio, ma anche perché il gruppo perde così un autore eccellente e fantasioso, una voce caratteristica e personale, una forza della natura sul palco. Già l’esordio solista, l’ottimo Attento A Me Stesso, lasciava intuire la volontà di mettersi in proprio e basta. D’altro canto, però, il musicista toscano era sempre stato diviso tra i più disparati progetti, quindi non era scontato l’abbandono di quello che forse era la più importante tre le sue attività.
Veniamo ora a questo ep di recente uscita, che anticipa l’arrivo, a brevissimo, di un nuovo disco. Questo Dolce Museo Ep conta cinque episodi riusciti, in bilico tra il passato, il presente e il futuro di Alessandro. Troviamo il nonsense scandito a colpi di tastiera di “Il Vento”, non distante, per certi aspetti, da alcune delle prime cose di Dalla. “L’Airone”, dai toni ben più danzerecci, ci riporta agli ultimi lavori dei Mariposa, mentre “La Vigna” è decisamente più cantautorale, una sorta di De Gregori sotto acido. Ironiche e un po’ nostalgiche le declamazioni sostenute dal beat di “Io Amo Gesù”, mentre l’outro breve e minimale “E Quando Tutte Le Stelle” conclude il tutto con l’ausilio di sola voce e tasti.
Un piccolo assaggio, che senz’altro fa sperar bene per l’album in arrivo. Ad Alessandro non si può dunque che augurare tutta la fortuna possibile.