Stasera ho l’onore di ospitare il commento di un mio carissimo amico, Alessandro Groggia, Tastierista del noto gruppo musicale Four Vegas; mi lega ad Alessandro, oltre che una forte passione per la musica, anche una profonda e reciproca amicizia, di quelle nate per caso ma che giorno dopo giorno, di portano a condividere idee, progetti, sensazioni. Grazie Alessandro per essere sempre attento ai miei post. Spero presto di poter effettuare una intervista con tutto il gruppo sul tema della comunicazione.
Credo che ogni nuova tecnologia attragga critiche e perplessità non fosse altro perchè, contenendo per definizione degli elementi di novità, si pone come potenziale alterazione dello status quo.
E non è certo un problema di oggi, se è vero che già Platone (anche se per motivi un po’ differenti) criticava l’uso della scrittura.
Per parlare di contesti e tecnologie più recenti e simili ai nostri, certamente il telegrafo e poi il telefono hanno suscitato dibattiti nei quali potremmo riconoscerci: il libro The Victorian Internet (1998) di Tom Standage dice tutto già dal titolo.
In questo senso ritengo che facebook non faccia eccezione.
Il fatto che sia il più diffuso social network del momento lo rende un “sottoinsieme” della rete al punto tale che alcuni utenti lo utilizzano “al posto” di altri strumenti. Provate ad esempio a chiedere ad un adolescente di inviarvi un mail: probabilmente farà fatica a capirvi, perchè con i coetanei scambia messaggi solo via fb, come unica modalità.
Forse il punto che spaventa di più è proprio questo: la capacità (e la minaccia percepita) di sostituirsi ad altri canali di comunicazione, perchè si immagina un mondo “virtuale” capace di soppiantare quello “reale”.
A parte il fatto che sarebbe opportuno riflettere su cosa sia virtuale e cosa sia reale: con tutti i dovuti ed ovvi distinguo, leggere un libro o vedere un film non sono forse esperienze di contatto con una realtà virtuale? E uno scambio di battute in chat non è forse una conversazione reale con un’altra persona? Non è forse tanto reale (o virtuale) quando scambiarsi lettere con un amico (fatta eccezione per i tempi di risposta)?
Quanto poi alla capacità di soppiantare la realtà, credo sia tanto più possibile quanto più si è a corto di esperienza e di capacità di confronto. Ma penso che anche un ragazzino facebook dipendente, se aiutato, sia in grado di riconoscere la differenza tra un contatto di persona ed uno via rete. Si tratta però di farglielo scoprire, perché lui sì potrebbe essere a conoscenza solo di quella modalità di comunicazione e non di altre.
Quindi penso che la vita reale abbia sempre un’arma in più per affiancarsi, prima o poi, ai nostri surrogati.
Perché?
Beh, provate a descrivere il sapore di una melanzana colta nel vostro orto su Farmville. Di cosa sa?
Alessandro Groggia