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La trama (con parole mie): la vita di uno dei più grandi conquistatori dell'antichità - se non il più grande - raccontata attraverso le parole degli storici che per primi narrarono le sue gesta e le ricerche svolte sulla sua figura nel corso dei secoli.
Dall'infanzia a Pella all'influenza di Filippo ed Olimpiade, dall'educazione ricevuta da Aristotele all'ascesa al trono, dalla sfida all'impero persiano alla conquista del mondo, la leggendaria epopea del giovane sovrano, in bilico tra realtà e leggenda, mito e coscienza politica, una visione moderna e cosmopolita ed eccessi d'ira e passione degni del più dissoluto tra gli uomini.
Amato o odiato, illuminato o despota, un personaggio destinato a cambiare il destino del mondo ed essere ricordato come uno dei più temerari esploratori dell'esistenza mai vissuti.
Spinto dalla nascita del Fordino, di recente ho riscoperto il mio antico interesse per una delle figure che considero più importanti della Storia antica, Alessandro Magno.
Così, dopo aver rispolverato il film di Oliver Stone, mi sono lanciato su uno dei due testi che da troppi anni sonnecchiavano nella libreria di casa Ford venendo sfogliati soltanto con il pensiero: il rapporto con il lavoro di Radet - studioso dalla fama indubbia -, primo dei suddetti, si è rivelato in realtà molto più complicato di quanto potessi credere, scoprendosi almeno parzialmente una delusione.
Se, infatti, dal punto di vista della ricostruzione degli eventi che portarono il giovane sovrano cresciuto a Pella a dare inizio ad una delle imprese più incredibili della Storia ed al suo tentativo di conquista - ed unione sotto un'unica guida - del mondo allora conosciuto e del recupero di materiale proveniente dagli scritti che molti storiografi di allora dedicarono proprio al figlio di Filippo il macedone non si può certo rimanere delusi dalla lettura, l'approccio di Radet - fazioso al limite del sopportabile, neanche si trattasse di uno degli attendenti del buon Alessandro - appare pomposo ed estremamente pesante, ed il linguaggio decisamente datato - parliamo di un testo del 1931, del resto - non aiuta a rendere fluido lo scorrere dei capitoli.
Questo aspetto, tuttavia, non riesce a togliere fascino ad alcuni episodi dell'epopea del conquistatore macedone come l'arrivo a Babilonia, il confronto con l'oracolo di Ammone, la spedizione in India ed il periplo di Nearco, uno dei fedelissimi tra i suoi comandanti che il sovrano inviò in una spedizione che prevedeva la circumnavigazione del continente indiano risalendo verso la penisola arabica: immaginare quello che sono state città e società ormai sepolte, infatti, permette di provare un brivido addirittura superiore rispetto a quello che potrebbe offrire il grande schermo, senza contare che, obiettivamente, il grande viaggio del cosiddetto "nuovo Achille" fu qualcosa di talmente straordinario da eclissare le più recenti imprese dei grandi esploratori di terra e di mare, ed ispirarle almeno quanto fece con quelle di altri illustri condottieri come Giulio Cesare o Napoleone.
Per gli appassionati della figura del re che unì - o almeno, tentò di farlo - Oriente ed Occidente sotto un unica, grande bandiera portando avanti idee cosmopolite ed avveniristiche - come i matrimoni misti tra i suoi generali e le donne provenienti dai Paesi conquistati, o la formazione di giovani non ellenici in modo da poter contare su una nuova generazione ed un continuo ricambio per l'esercito, o la fusione dei culti religiosi - risulterà comunque un'interessante digressione sulla complessità di quello che fu il suo disegno globale.
Certo non si tratta di una lettura da pendolarismo facile e scorrimento veloce, e rispetto ad un romanzo - o ad una biografia resa allo stesso modo - apparirà in più di un'occasione paurosamente simile ad un testo scolastico da bombardamento di date e nomi fino alla perdizione, senza lasciare da parte riferimenti geografici o mitologici: tutte cose estremamente interessanti, ma che decisamente poco si prestano alla narrazione, e che fanno di Radet un esempio di professore esimio durante le lezioni del quale nove studenti su dieci finiscono per schiacciare un sonoro pisolino aprendo gli occhi di tanto in tanto giusto per buttare l'occhio all'ora, sognando nel frattempo l'incredibile avventura di questo indimenticabile protagonista della Storia in un modo certamente più avvincente.
MrFord
"And I want to conquer the world,
give all the idiots a brand new religion,
put an end to poverty, uncleanliness and toil,
promote equality in all my decisions
with a quick wink of the eye.
And a "God you must be joking!"
Bad religion - "I want to conquer the world" -
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