MAGIA NERA E GUERRA: E SE FOSSE SOLO UN GIOCO?
Scrive Roger Garaudy: Che cosa accadrebbe se invece di limitarci a costruire l'esistenza avessimo la follia o la saggezza di danzarla?
D'altronde, quanti sono i mistici che prima o poi si sono appropriati delle capacità della musica e ideare danze ipnotiche che hanno dapprima affascinato gioiosamente, poi ipnotizzato e infine liberato magicamente gli adepti, sino a rapirli e trasportarli in una dimensione esoterica? Basterebbe indicare un solo nome: Georges Ivanovič Gurdjieff, il cui pensiero è ben noto a Franco Battiato, che operò in mille luoghi, giungendo in Francia, in Germania e in U.S.A., dove fece esibire il grande architetto Franck Lloyd Wright, che divenne marito di Olgivanna Hinzenberg, allieva di Gurdjieff. Qual era il vero segreto del Maestro? Il lavoro di gruppo, remare tutti verso la stessa direzione, attraverso le tre vie spirituali già note (la via del fachiro; la via del monaco; la via dello yogi) per giungere alla sua, alla quarta: la Via dell'uomo astuto. È la via che genera l'armonizzazione dell'uomo in tutte le parti che lo formano. È così che può continuare la propria vita, che si presenta apparentemente normale, mentre è attiva nella capacità quotidiana di apprendere un Sapere antichissimo, tramandato solo per via orale e per pratica diretta. Solo così l'uomo addormentato si risveglia, conoscendo se stesso, imparando ad aprirsi-accogliere le zone luminose interiori, inesplorate e Sacre. Un lavoro di gruppo tuttora capace di incuriosire e attrarre adepti.
Piotr Demianovitch Ouspensky lo descriveva così in Frammenti di un insegnamento sconosciuto, edizioni Astrolabio, Roma: Esercizi ritmici accompagnati da musica, danze dervisce, esercizi mentali, studio dei diversi modi di respirare e via di seguito. Tra i più impegnativi erano gli esercizi di imitazione di fenomeni (para) psichici: lettura del pensiero, chiaroveggenza, manifestazioni medianiche etc. Prima di iniziare questi ultimi, Gurdjieff ci aveva spiegato che lo studio di questi "trucchi" come li chiamava, era obbligatorio in tutte le scuole orientali, perché era inutile iniziare lo studio dei fenomeni di carattere paranormale senza aver prima studiato tutte le imitazioni e tutte le contraffazioni possibili....Tuttavia il nostro sforzo era indirizzato soprattutto al ritmo, e su strane danze destinate a prepararci ad eseguire in seguito gli esercizi dei dervisci. Gurdjieff non ci diceva né i suoi scopi né le sue intenzioni, ma da quello che aveva detto all'inizio, si poteva pensare che tutto questo mirasse a condurci verso un miglior controllo del corpo fisico.
Gurdjieff, nato a Alexandropol (Armenia) da padre greco, che fu anche ashok, ovvero cantastorie, e da madre armena, trasferitosi con la famiglia in Turchia, a Kars, ricevette una educazione religiosa dal tutore, il decano Borsh. Studiò medicina e ingegneria. Con i suoi adepti riuscì ad attraversare indenne aree, anche montuose, sottoposte a feroci conflitti.
Il suo insegnamento e l'intera vita dimostrano come si possa defilarsi da idee belliche. Altri, dato lo strapotere degli occupanti, se non compresero la necessità di seguire studi esoterici, giunsero all'idea che i nemici potessero essere colpiti con la magia, con le maledizioni.
Un esempio: le defixiones. Sono delle maledizioni incise su tavolette (le defixionum tabellae) o, più precisamente, su fogli di piombo. Dal latino defigere, significa: conficcare, immobilizzare, con chiara allusione alla volontà di immobilizzare le capacità fisiche e mentali della persona oggetto della maledizione. C'è di più: si immagina l'atto pratico di trafiggere il supporto scrittorio con chiodi attuando cosi una sorta di effetto macumba. Tuttavia, anziché pretendere la morte dell'avversario, si preferisce che le potenze infernali portino il nemico in punto di morte, senza ucciderlo.
Furono utilizzate moltissimo anche dai britannici: contro l'invasore, ovvero il popolo romano che, guarda caso, dopo 400 anni di occupazione, quasi per incanto se ne andò con la coda tra le gambe…Tutta da dimostrare però, la connessione tra i due fatti-eventi.
Illustrazione: - Edgar Degas, La classe di danza.