alessia e michela orlando: SCOPRIRE DI ESSERE CORNUTI, IN ATTESA DEL CALDO SOLE DELL'ESTATE

Creato il 04 dicembre 2010 da Gurufranc

PER RICORDARE L'ESTATE

Sembra sia passato un secolo, eppure si è solo agli inizi di dicembre. Chissà se ci sia un italiano che avverta ancora la salsedine sulla pelle, o che possa ancora ammirare quel velo di abbronzatura naturale sul volto dell'amante, davanti allo sguardo indiscreto dell'altro, il coniuge che intuisce qualcosa e non lo vuole ammettere…fino a che qualcuno gli dirà: Ma come, non sia nulla? Sei l'unico a non saperlo. Sei cornuto!

Chissà se la stessa persona avrà patito di più meteoropaticamente soffrendo o per il brivido gelido che gli ha percorso la schiena nel penoso frangente. Pare che nel primo caso (meteoropatia) tra i sintomi ci siano: generico nervosismo, irritabilità, insonnia, apatia, depressione…

Nel secondo caso (essere cornuti) al di là della sensazione di una lieve pesantezza di testa non si dovrebbe andare. Non è, dunque, meglio essere cornuti? Non si può forse giusto pensare che era una follia ritenere non punibile chi ammazzava avendo colto la fedifraga con le mani nella marmellata, sul fatto, insomma?

Sperando che qualcuno voglia prendersi la briga di andare a ricercare su quel libro di avanguardia che fu Pensiero e meteore, scritto da Cesare Lombroso, con cui documentò i rapporti tra i fenomeni meteorologi e alcune manifestazioni umane come l'omicidio, l'alienazione e la genialità (pare che, dopo un secolo dalla pubblicazione di quel libro, sia stata individuata una correlazione tra le fasi lunari, il comportamento aggressivo, i suicidi e gli omicidi; e che si sia accertato che la percentuale di delitti nei giorni di luna piena è più elevata) per favorire il ricordo dell'estate, in attesa che giunga la prossima, si consiglia la lettura di una poesia di Alfonso Gatto. Potrà magari servire a ridurre la gravità dei sintomi. D'altronde, non è certamente utile dedicarsi alla lettura invece di dar peso ai tradimenti?

Arietta settembrina

Ritornerà sul mare

la dolcezza dei venti

a schiuder le acque chiare

nel verde delle correnti.

Al porto sul veliero

di carrube l' estate

imbruna, resta nero

il cane delle sassate.

S' addorme la campagna

di limoni e d' arena

nel canto che si lagna

monotono di pena.

Così prossima al mondo

dei gracili segni,

tu riposi nel fondo

della dolcezza che spegni.

Illustrazione: Estate, di Giuseppe Arcimboldo, 1573. È a Parigi, museo Louvre.



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