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Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 02 (di Mirko Pazienza)

Creato il 28 dicembre 2012 da Istanbulavrupa

Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 01 (di Mirko Pazienza)

Negli anni successivi al disastro di Manzikert, oltre al crollo del sistema
militare romano, e l’avanzata di nemici minacciosi come i Turcomanni
Selgiuchidi in Anatolia, i Peceneghi sul Danubio, e i Normanni nella
Longobardia minor/Puglia sull’Adriatico, la Romània vide anche diversi
pronunciamientos da parte di vari generali per strappare il trono all’imbelle
Michele VII Ducas (1071-1078), e per contenderselo.
Nel novembre 1077 il duca (cioè governatore) di Durazzo, Niceforo Briennio
(nonno o padre dell’omonimo generale, storico e genero di Alessio Comneno), si
autoproclamò imperatore e marciò fino ad Adrianopoli, roccaforte della sua
famiglia, e da lì fin sotto le mura di Costantinopoli.
Il 7 gennaio 1078, Niceforo Botaniate, notabile frigio di Botania, e
governatore del Tema degli Anatolici, si proclamò anch’egli imperatore,
assoldando i Turcomanni Selgiuchidi dell’emiro cadetto Suleyman ibn Qutulmish,
fondatore del sultanato selgiuchide di Rum (cioè dell’Anatolia romana).
Botaniate, dotato di forze maggiori del rivale balcanico, tra cui forse, l’
esperta milizia locale dei Comatini (cioè della città anatolica di Coma) e
soprattutto dei Turcomanni di recente invasione-immigrazione, ebbe la meglio,
giungendo a Nicea nel marzo 1078.
A Costantinopoli ci si pronunciò per Botaniate, e il 24 marzo 1078, dopo l’
abdicazione di Michele VII, (che si rinchiuse in monastero, e più tardi sarebbe
divenuto vescovo), Botaniate fu incoronato imperatore come Niceforo III (1078-
1081).
E tuttavia, sia per l’età (aveva più di 70 anni) che per la debolezza
personale, dipendendo prevalentemente dai nuovi signori DE FACTO dell’Anatolia,
e cioè i Turcomanni Selgiuchidi, il cui emiro Suleyman ibn Qutulmish si era
stabilito proprio a Nicea, insieme al bisogno di fronteggiare il pur potente
Briennio di Adrianopoli, si fece affiancare da un giovane generale, che si
sarebbe poi rivelato il migliore dei comandanti romani di questo periodo
catastrofico.
Parliamo di Alessio Comneno (1048 o 1056- 1118), giovane e già esperto
veterano, essendosi formato proprio in Anatolia, combattendo ad Amasya contro
il generale normanno Ursel de Bailleul, già al soldo romano, e che durante o
subito dopo Manzikert, aveva disertato e con i suoi normanni si era insediato
proprio ad Amasya, cercando di crearsi un principato autonomo, come quelli dei
suoi connazionali in Puglia e Sicilia, e anticipando i futuri stati franchi di
Terrasanta (1073).
Già allora, Alessio, appartenente ad una nobile famiglia paflagone di Castrum
Comnenii/Castamone (oggi Kastamonu), e nipote dell’imperatore Isacco I Comneno
(1057-1059) aveva mostrato le sue doti di soldato e diplomatico, che poi gli
avrebbero valso il trono.
Insomma l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto.
Niceforo III dunque, appena asceso al trono, affidò le sue sorti al giovane
generale anch’egli anatolico, nominandolo Domestico delle Scholae cioè capo
delle forze armate subito dopo l’imperatore, in pratica il ministro della
guerra, titolo che all’epoca tendeva a confondersi e poi ad esser soppiantato
da quello di Gran Domestico.

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