Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 01 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 02 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 03 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 04 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 05 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 06 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 07 (di Mirko Pazienza)
Alessio I, i Peceneghi e la questione pauliciana 08 (di Mirko Pazienza)
E Travlòs?
Che fine fece?
Anna non lo dice e dopo la vittoria del Monte Livunio del 1091, tornerà ad
occuparsi dei Pauliciani nel penultimo libro dell’Alessiade (il XIV), mentre le
vicende di Travlòs sono narrate nel VI libro e la guerra contro i Peceneghi nel
VII.
Nel 1114, Alessio, ormai negli ultimi anni del suo regno e della sua vita,
temendo una nuova alleanza pauliciano-cumana, si recò personalmente a
Filippopoli cercando con le buone o con pressioni, di convertire
definitivamente i Pauliciani all’Ortodossia bizantina.
Secondo Anna, i risultati furono soddisfacenti con circa 10.000 convertiti da
Alessio trasportati in una nuova città, Neocastro, costruita affianco a
Filippopoli.
E tuttavia la tenace e persistente presenza pauliciana a Filippopoli e
dintorni ancora ai tempi della crociata di Federico Barbarossa che soggiornò
proprio a Filippopoli nell’agosto-novembre 1189, e le testimonianze dei
conquistatori franchi nel 1205, sembrerebbero affermare piuttosto il contrario.
Sta di fatto che i Pauliciani erano ancora in Tracia, quando vennero
gradualmente convertiti al Cattolicesimo dai francescani di Bosnia, in piena
epoca ottomana tra 1580 e 1680, e ancora nel 1717 Lady Mary Montagu, moglie
dell’ambasciatore britannico ad Istanbul, afferma di aver incontrato a
Filippopoli/Filibe/Plovdiv dei “Paulines” e cioè i nostri Pauliciani ormai
cattolici e verosimilmente slavizzati linguisticamente.
Altri Pauliciani si rifugiarono nel Banato, al seguito della rivolta
antiottomana del 1688 e nel XVIII secolo, in terre divenute asburgiche, dove
vennero considerati dei “Bulgari cattolici”.
I Pauliciani, pare che divenissero il primo nucleo di popolazione bulgara
cattolica, definiti Pavlikiani.
Ancora oggi sulla sponda bulgara del Danubio vi è una cittadina chiamata
Pavlikeni!
E’ davvero interessante osservare come un antico gruppo dualista armeno, che
per mille anni ha TENACEMENTE resistito ai tentativi di conversione forzata all’
Ortodossia bizantina, sia poi invece passato in massa al Cattolicesimo nel giro
di UN SECOLO e per giunta sotto dominazione ottomana!