Alex Pinardi entra nel team azzurro

Firmato con il Club fino al 2013. Il centrocampista bresciano, arrivato a Novara sabato scorso, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni alla stampa accompagnato dal DS Pasquale Sensibile.

“Non appena ho saputo dal mio procuratore la possibilità di venire a Novara, non ho avuto dubbi. La trattativa si è risolta in un giorno e mezzo, la notizia che il tutto era andato a buon fine l’ho avuta il 20 gennaio, lo stesso numero che ho poi scelto per la mia maglia. Essere a Novara per me è motivo d’orgoglio, non certo un declassamento dalla serie A alla serie B. Non ho nulla col Cagliari, che anzi mi ha sempre aiutato, ma non mi sono ambientato e come me neppure la mia famiglia. Ho visto molte partite di quelli che oggi sono i miei compagni e ne sono rimasto impressionato, direi che quello che è stato fatto sino ad oggi si commenti da solo. Qui si gioca l’uno per l’altro, c’è un gruppo vero. E’ la prima cosa che ho notato. Sono uno che non ama parlare, ma ci tiene a dimostrare i fatti sul campo. A Trieste mi sono reso conto che ancora mi manca il ritmo partita e per questo mi sto già allenando sodo. Mi sono già allineato alla filosofia di questo spogliatoio, che poi è anche la mia, poche parole e tanto lavoro”.

Intanto il Direttore Sportivo, Pasquale Sensibile coglie l’occasione per mandare un messaggio importante:

“Il fatto che Alex Pinardi, dopo soli tre giorni di spogliatoio, abbia colto a pieno le motivazioni e lo spirito di questo gruppo, dovrebbe far capire tante cose. Percepisco da diverse parti un clima d’allarmismo ingiustificato. La parte anomala del Campionato è stata quella precedente dove è stato fatto qualcosa di magico e straordinario. E’ quella di oggi la vera Serie B, abbiamo ancora due curvoni da superare e poi ci sarà il rettilineo. Vorrei che fossimo tutti più tranquilli e sereni, senza che ci si scandalizzi troppo per dei primi tempi giocati in maniera meno brillante del solito. Questa squadra è fatta di uomini seri e a me questo basta per dire che continueremo ad essere competitivi fino alla fine. Sembravamo falsi modesti quando dicevamo che prima di tutto bisognava salvarsi, quest’ultimo periodo è la dimostrazione che non era così”.