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Alexandre de la Patellière (1971), francese, è principalmente un autore teatrale, che si è cimentato nella regia cinematografica adattando un suo spettacolo di teatro.
-Cena tra amici Francia 2012 - commedia - 109min.
Come dice il titolo, una cena tra amici a Parigi: gli ospitanti sono Pierre (professore universitario di letteratura, intellettuale di sinistra) la moglie Elisabeth (più pragmatica di lui, più terra terra, più portata per le faccende pratiche); gli ospitati sono Vincent (uomo in carriera di tutt'altro schieramento rispetto a Pierre), fratello di Elisabeth, Anna, sua moglie (in dolce attesa) e Claude, amico di infanzia del gruppo e confidente di Elisabeth. La serata parigina si svolge normalmente fino a quando Pierre chiede a Vincent se ha deciso un nome per il figlio. La risposta innescherà una discussione che durerà tutta la sera, e porterà il gruppo ad un'aspra discussione sui temi più disparati, che ne minerà la coesione.
Due sono i modelli di riferimento: il primo è francese, è una commedia, ed è dell'anno scorso, ha un titolo italiano simile e tematiche similari. Parlo ovviamente di Piccole bugie tra amici, che ha il medesimo impianto narrativo - un gruppo di amici affiatato, qualche scaramuccia reciproca, un gioco al massacro collettivo. L'altro è l'altrettanto recente film di Polanski, Carnage, ancor più simile a questo per l'impianto strutturale - un gruppo in un interno, si inizia parlando civilmente, si finisce per scannarsi. Particolare non di poco conto: sia il film di Polanski sia questo sono adattamenti di opere teatrali, e si vede.
Se la mancanza di originalità può essere perdonabile in una commedia dialogica, non si può dire lo stesso per lo scarno adattamento al medium cinematografico, che risulta depotenziato. Il regista, intendiamoci, ce l'ha messa tutta per sfruttare inquadrature ravvicinate e primi piani in modo da rendere ancor più percepibile il lavoro di recitazione (specie quello mimico). Tuttavia la (è proprio il caso di dirlo) teatralità di alcune battute, le pose a volte esagerate, la buffoneria sovente affiorante, il gusto per l'eccesso lo rendono immediatamente riconoscibile come un progetto non nato per il grande schermo. Non c'è molto da fare, è il difetto insito in quasi tutti gli adattamenti di questo tipo: il "teatro realistico", tradotto al cinema non riesce mai a diventare un "film realistico", bensì sempre leggermente grottesco, un po' troppo sopra le righe, quel tanto che basta ad evitare l'immedesimazione dello spettatore nella vicenda che prende forma davanti ai suoi occhi. Ciò in cui il progetto fallisce, insomma, è la sospensione dell'incredulità .
A cominciare dal punto (debole) che dà il via alla discussione, francamente troppo stupido per giustificare la degenerazione della serata. Le sbandate comiche date da rivelazioni inaspettate e segreti inconfessabili che vengono a galla (forte è la tentazione di esplicare di che si tratta ma non voglio rivelare nulla sulla trama) sono troppo surreali per essere credibili. Se durante la visione ci si può illudere che la storia sia verosimile, basta pensarci a posteriori per rendersi conto delle numerose esagerazioni presenti nella trama, che più che altro servono per imbastire performance attoriali istrioniche, giocate sull'alternanza tra toni dimessi e sfuriate improvvise (ciascun personaggio ha la sua fase si serenità e cordialità contrapposta ad un'esplosione di rabbia), tanto che da un certo punto in avanti i toni sempre più alti risultano quasi fastidiosi.
Se il punto di forza è ovviamente la recitazione, il tallone d'Achille del film è una sceneggiatura che non è stata in grado di rendere il film un prodotto coerente con il suo medium, ed una regia che, insistendo sui piani ravvicinati ha accentuato involontariamente questo difetto. Una volta che si è consapevoli di ciò, niente impedisce di godersi piacevolmente uno spettacolo di teatro filmato leggermente sopra le righe e dai numerosi spunti divertenti, giustamente controbilanciati da momenti più seri e realistici, condendo il tutto con un buon lavoro di scenografia che ha saputo ricostruire in modo convincente un interno abitativo funzionale ad ospitare questo gioco al massacro.
Voto: 2,5/5
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