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Finalmente è giunto anche il momento di esplorare l'insolito proveniente dall'ignoto spazio profondo, terror from outer space. Tiziano Sclavi decide di farlo mantenendo i piedi ben piantati all'interno della nostra cara umanità, senza scomodare pianeti lontani, omini verdi o guerrieri spaziali. Ancora una volta, in qualche modo, l'orrore fa parte di noi e da noi prende le mosse in un circolo vizioso che, seppur involontariamente, da una piccola crudeltà scatena disastri di natura potenzialmente enorme. Per fortuna nei paraggi della potenziale sciagura si aggira intento nel suo lavoro il noto indagatore dell'incubo.
Inghilterra. In una perfetta notte stellata i giovani Amy e Daniel si appartano per amoreggiare. Tutto delizioso, il cielo limpido, una stella cadente e poi... strani tremolii, l'auto che va in pezzi, bagliori luminosi, una forza attrattiva... un ufo? Un satellite? Un meteorite? Qualcuno, qualcosa che viene da fuori mano, da lontano, da un po' più in la di Birmingham. Amy, un incontro ravvicinato del terzo tipo, Daniel che scompare...
Amy seduta di fronte a un Dylan Dog un poco scettico racconta, è preoccupata, teme per la vita del suo Daniel. Ma Daniel è a casa sua, un po' preoccupato anche lui perché non riesce a contattare Amy, di fronte a Dylan tenta di ricondurre tutto a un binario di ragionevolezza. Eppure c'è qualcosa che stona, il nostro Dylan se ne convince quasi subito e indaga.
Come si diceva, nonostante l'orrore arrivi da distanze siderali, Sclavi riconduce tutto all'azione dell'uomo. E' infatti un satellite terrestre di ritorno sulla Terra, dopo un viaggio iniziato nel lontano 1953, a portare l'orrore in casa nostra. Lungo la narrazione alcuni topoi del genere, dalla quarantena della zona interessata dall'evento da parte dell'esercito all'incontro con qualcosa di diverso e alterato. La scelta di Sclavi sull'identità della minaccia sa di innocenza abusata e perduta, un bel racconto illustrato da un bravo Corrado Roi che riporta alla mente il periodo d'oro della fantascienza grazie ad alcuni dettagli come l'auto dei due ragazzi, le tute di contenimento, il look della navicella e alcune suggestive inquadrature notturne.
E poi un Dylan Dog come spesso accade un po' preso nel mezzo ma che comunque riuscirà a dare una svolta con la sua presenza alla strana vicenda. Una serie che dopo dieci mesi di vita continuava ad abbattere confini.
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