Mi svegliavo la mattina alle 7 per andare a scuola e immancabilmente la mia colazione era accompagnata da caffelatte, pandistelle, la sigla delle “Simpatiche Canaglie” (che solo oggi ho scoperto cantata da un’ulteriore bevanda che spesso accompagnava il mio risveglio, tali “Succo d’Arancia”) e le urla di mia madre…
Tra i tanti protagonisti della serie cult degli anni antecedenti la Seconda Guerra Mondiale, uno più di altri spiccava per la sua simpatia e per la sua capigliatura perfetta, stonata solo da un ciuffetto ritto ritto che sporgeva dietro la nuca: AlfaAlfa. La storia di AlfaAlfa, o meglio dell’attore che lo impersonava, ha del grottesco. Mi ci sono imbattuto tempo fa su un sito tra i tanti nel marasma del web e sembra che la sua storia di vita sia reale e non l’ennesima bufala del cyberspazio.
Nel 1944 il successo delle “Simpatiche Canaglie” finì e tutti le piccole star dovettero cercare altrove fortuna. AlfaAlfa nello specifico fece fatica a trovare altre posizioni da attore, nonostante il suo talento, trovò difficoltà a slegarsi dal suo personaggio. Piccole e sempre secondari apparizioni in diversi film facevano crescere in lui rancore e rabbia, inoltre convinto di avere una bellissima voce non riusciva a farsi una ragione del perché non riuscisse ad affermarsi come cantante. Questo lo faceva uscire di senno.
Nel 1950 appese al chiodo la sua carriera da attore e si trasferì in Kansas dove iniziò a lavorare come allevatore professionista di cani ed esperto guida di caccia. Fu in Kansas che incontrò e sposò Diane Collongwood, dalla quale ebbe pure un figlio. Il matrimonio fu di breve durata, scandito da continui litigi e botte non durò più di 4 mesi. Da li la situazione del carinissimo e lentigginoso AlfaAlfa peggiorò sensibilmente, alcolismo e problemi con la legge divennero all’ordine del giorno diventando così noto alle forze di polizia locali.
La morte di AlfaAlfa rimane ancora oggi un mistero tra le storie di vita delle star di Hollywood. La versione ufficiale narra che la sera del 21 gennaio 1959, AlfaAlfa e il suo amico Jack Piott si recarono a LosAngeles a casa di un certo Bud Stiltz. Con fare minaccioso e visibilmente ubriaco AlfaAlfa iniziò a battere i pugni sull’uscio del ranch di Stiltz gridando: “Voglio i miei 50 dollari! E li voglio ora!”. A quanto pare AlfaAlfa aveva venduta un cane a Stiltz e questi non aveva ancora pagato. Stiltz era a casa con moglie e figli, quando AlfaAlfa entrò violentemente in casa con un coltello in mano, Stiltz impugnò la sua pistola. AlfaAlfa si diresse verso Stiltz e ci fù una violenta colluttazione fino al momento in cui partì uno sparo e AlfaAlfa ebbe la peggio. Il giudice assolse Stiltz poiché agii per legittima difesa. Questa la versione ufficiale.
Nel 2000 però la storia di AlfaAlfa tornò alla ribalta con una nuova versione. Tom Corrigan , figliastro di Stiltz, al momento dell’omicidio ancora quattordicenne aggiunse una nuova versione ai fatti. Per Tom Corrigan non fu legittima difesa, poiché durante la colluttazione lo stesso Tom fu sfiorato da una pallottola e poiché un bambino (lui stesso) fu ferito, la rissa tra i due si fermò. Inoltre secondo l’amico e testimone Jack Piott, AlfaAlfa non possedeva alcun coltello e non fu il primo a minacciare Stiltz. I fatti sono contrastanti, anche perché Tom Corrigan non fu chiamato come testimone durante il processo a Stiltz.
Una delle teorie che girano intorno alla morte di AlfaAlfa è che lui fosse già noto per il suo carattere irascibile e pericoloso e soprattutto non stava sicuramente simpatico alle forze dell’ordine più volte entrate in contatto con l’ex star per i suoi problemi con la violenza e l’alcolismo. Proprio per questo il caso è stato chiuso il più velocemente possibile e la morte di AlfaAlfa non fu ripresa da nessun notiziario americano.
Ultima curiosità: ogni anno a Natale, dopo la morte di AlfaAlfa, Bud Slitz avrebbe ricevuto una cartolina di Natale firmata “Alfie”. Fino al giorno della sua morte, nel 1984, non ha mai scoperto chi gli mandò gli auguri natalizi.